Domenica “Cantine Aperte” a Villa Sparici Landini a Sona. Un’occasione per immergersi nella storia del nostro territorio

Incontriamo Francesca Landini presso la bellissima Villa dei Cipressi nota anche come Villa Sparici e Landini sulla sommità del Monte Corno a Sona. Conosciuta fino ai primi anni ’60 come Villa Angheben, ha acquisito poi la denominazione attuale dopo il passaggio di proprietà dai conti Angheben alla famiglia Landini.

Il motivo dell’incontro è parlare del prossimo evento Cantine Aperte che si tiene presso la villa domenica 26 maggio, oltre che per conoscere meglio questa magnifica location del territorio forse non propriamente nota o conosciuta tra i cittadini del Comune di Sona. O forse conosciuta da pochi. La Villa è anche sede dell’Azienda Agricola Sparici e Landini produttori di vino. Francesca ci accoglie con squisita cortesia nel bellissimo giardino all’ingresso della villa posta sulla sommità della salita di via Monte Corno e ci accompagna all’interno passando per la sala d’aspetto alla cui vista si rimane letteralmente a bocca aperta.

Francesca, raccontaci cosa accadrà domenica qui alla Villa dei Cipressi.
E’ un evento promosso da un Ente nazionale denominato “Movimento Turismo del Vino” che ha una sua collocazione in ogni regione d’Italia. Noi apparteniamo ovviamente al “Movimento Turismo del Vino Veneto”. Ogni anno in questo periodo verso la fine di maggio si tiene questo importante evento. L’azienda Agricola Sparici e Landini è socia di questo ente. Nella zona di Sona siamo gli unici al momento ad aderire. 

Come si svolge la giornata?
E’ un evento aperto quindi non ci sono prenotazioni da fare. Si arriva, si trova la struttura aperta, si visita, si fanno delle degustazioni. E’ un weekend molto gradevole. Per una parte degli avventori la giornata Cantine Aperte può trasformarsi in un weekend di Cantine Aperte poiché abbiniamo alla cantina una struttura ricettiva. I posti sono limitati, non possiamo ospitare tutti. Ma la disponibilità c’è. Il bello della Cantina Aperta è che non ci sono tra virgolette regole. Può arrivare anche l’astemio a cui piace fare anche solo una passeggiata all’interno della Villa o nei vigneti sottostanti. E’ una bella occasione per farsi un giro in campagna con la famiglia o gli amici. Accogliamo tutti. Per ovvie ragione il clou è rappresentato dalla visita alle strutture di lavorazione del vino: la zona di ricezione e pigiatura, la zona di vinificazione, quella dove si fa l’imbottigliamento lo stoccaggio e la barricaia e poi lo showroom.

Quante bottiglie producente all’anno e di quali uvaggi?
Sono circa 250mila bottiglie. Noi ci troviamo nella zona del DOP del Custoza Bardolino e Pinot Grigio, acquistiamo poi da produttori selezionati uvaggi di Lugana Amarone e Ripasso per produrre i vini omonimi. Produciamo poi i nostri due Spumanti Brut e Rosè. Produciamo anche due vini rossi storici frutto di una collaborazione di lunghissima data con un enologo francese amico di mio papà che ha lavorato qui da noi. Ha portato diversi cambiamenti in campagna e in cantina il cui risultato è rappresentato da questi due vini che sono tipicamente francesi nella struttura. La base di uva è rappresentata  da Corvina, Sangiovese, Merlot, Cabernet. Un mix che ci porta in dono un rosso barricato a 24 mesi e uno a 12 mesi.

Non solo vino però…
Con i nostri 1500 olivi produciamo anche olio. Conferiamo le olive ad un frantoio a Caprino che pratica la spremitura a freddo. Possiamo dirlo: un signor olio!

Alcuni scatti di Villa Sparici Landini a Sona.

Parlami della vostra ricettività.
In Villa abbiamo dieci camere doppie, al momento siamo in affitto turistico per cui non offriamo servizio di ristorazione. Per i clienti che si trattengono più a lungo tipo una settimana e ci chiedono un servizio completo ci appoggiamo ad un catering esterno. La struttura poi è disponibile per eventi di varia natura: matrimoni, cene aziendali, feste, compleanni ed altro.

Raccontami qualcosa sull’origine della Villa.
La casa è stata costruita verso la metà dell’ 800. Non so all’inizio di chi fosse, mio nonno la comprò nel 1963 dai conti Angheben che erano austriaci. Era un casino di caccia per cui i conti veniva qui per  fare le loro battute in quanto loro abitavano in Austria. Per la mia famiglia diventò sin da subito la casa di vacanza. Mia nonna paterna, che fino ad allora si era occupata esclusivamente dei cinque figli, trovandosi tutta questa terra decise ad un certo punto di dedicarsi alla sua valorizzazione. Iniziò a piantare le prime viti e fu una delle prime imprenditrici donne nell’ambiente della produzione del vino, notoriamente maschile a quei tempi. Ancora adesso, quando incontro alcuni storici clienti o fornitori, tutti conservano un ricordo molto bello di Maddalena Sparici la mia cara nonna del vino. Era un donna tenace, tosta, studiava tantissimo, amava leggere e documentarsi sul suo lavoro e non solo. Pur con approssimazioni d’errore, tanta fatica e tempo impegno personale ha saputo creare qualcosa di molto bello.

Il rapporto della nonna Maddalena con l’enologo francese è da raccontare.
Lui era un pezzo grosso del settore. Quando iniziò a frequentare la villa la nonna era già quasi ottantenne. Ogni due mesi arrivava qui per trattenersi per una decina di giorni, passava tutto il tempo o tra le vigne in rigoroso silenzio meditativo o in cantina ad elaborare le sue miscele. La nonna viveva qui con due domestici e la sera si ritrovava con questo uomo di stazza imponente a mangiare assieme. Ed erano liti furibonde! Lui era arrivato con l’obiettivo preciso di ottenere dei risultati, sovvertendo anche il modo di lavorare sino a quel momento adottato nella cantina. Figuriamoci quando doveva dire alla nonna: “mmmm, questo vigneto non va più bene. Dobbiamo toglierlo e piantare vigne nuove”. Vigne piantate dalla nonna. Apriti cielo! Ad un certo punto mio papà decise che quando c’era l’enologo francese in casa doveva esserci anche lui per… evitare il peggio! Il modo di essere produttore della nonna a quei tempi era quello di fare quantità più che qualità e questo signore le diceva di diradare e produrre meno uva per aumentare la qualità. Figurati! Col senno di poi alla fine forse non avevano ragione ne uno ne l’altro. La verità stava nel mezzo. Possiamo dire che con pazienza e nel tempo siamo riusciti a trovare la quadra.

Siete quindi alla terza generazione, giusto?
Sì. Io mi occupo principalmente della villa e della sua offerta di servizi. L’azienda agricola e con essa la cantina sono seguite da mio papà, mio fratello e mio cugino. E’ presente poi un enologo e ci avvaliamo della presenza di lavoratori stagionali durante il periodo della vendemmia durante il quale arriviamo ad occupare un ventina di addetti. Un idea che mi sta balenando è quella di ospitare dei clienti che soggiornano da noi e contemporaneamente far provare loro l’esperienza del lavoro nei campi durante la vendemmia. Scherzandoci un po’ su: due piccioni con un fava! Scherzi a parte: è un po’ provare le bellissime sensazioni della vendemmia in maniera allegra e spensierata.

Villa Sparici Landini a Sona, con Francesca Landini.

Che mi dici del famoso viale dei cipressi? Si narra di una genesi da far risalire al periodo Napoleonico.
Cosi si dice. Sembra che Napoleone facesse piantare un cipresso per ogni ufficiale francese caduto in battaglia. Magari non fu Napoleone e si tratta più di una narrazione del periodo della dominazione asburgica, da approfondire. Di sicuro, durante i lavori di ristrutturazione dei vigneti durante i quali sono stati fatti lavori di scavo, sono stati trovati reperti di epoche molto lontane, forse Neolitiche. Il viale è lungo circa un chilometro. Sotto il viale, e di questo sono certa perché mio nonno fece delle verifiche, i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale scavarono un tunnel che fungeva da riparo o deposito di armi. Il tunnel ora ormai non esiste più essendo collassato e coperto da detriti. Ma il nonno, nelle sue ricerche, trovò la porta di ingresso. Ricordo che fece intervenire degli esperti con dei macchinari che a quel tempo sembrano fantascientifici.

Da cittadino del Comune di Sona ti confesso: Villa dei Cipressi non è molto conosciuta.
Hai assolutamente ragione, l’ho constatato di persona. Nonostante già la nonna ai suoi tempi sostenesse economicamente qualsiasi tipo di iniziativa pubblica e privata, nonostante i cancelli della villa fossero realmente sempre aperti, nonostante l’area della villa fosse sempre frequentata da famiglie in passeggiata. Nonostante tutto ciò ti senti dire: ma questa realtà è sempre esistita? Non sto scherzando: chi suona al cancello della villa trova sempre qualcuno pronto a riceverlo.

Chiudiamo l’intervista con il classico aneddoto?
Ce l’ho! Sul viale della villa c’è una crescita spontanea di asparago selvatico. In quantità incredibile! Non essendo la campagna completamente recintata capita spesso che alcune persone entrino per raccoglierli. E magari questo accade anche quando ci siamo noi all’interno. Qualche settimana fa mio padre andò sul viale a raccogliere gli asparagi ed incontrò un signore che faceva la stessa cosa. Cortesemente gli chiese: “Lei chi è ? Come è entrato in villa?”. Questo signore si qualificò come abitante di Sona e tutto impettito rispose a mio padre: “Questo è un viale pubblico. E’ il viale del Comune di Sona, è sempre stato stato così, io qua ci vengo senza chiedere il permesso a nessuno!”. Mio padre ovviamente, in maniera molto garbata, spiegò al signore che non era proprio così e che il viale è proprietà privata della Villa dei Cipressi. Aldilà della considerazione meramente di merito sulla violazione della proprietà questa simpatica scenetta è la conferma che effettivamente la Villa è sempre stata un luogo aperto, senza preclusione di passaggio, conosciuta da tutti come luogo in cui passeggiare all’aria aperta e gustarsi una bella veduta. Così è come la concepiamo noi ancora oggi.

L’occasione delle Cantine Aperte del prossimo 26 maggio è una opportunità decisamente allettante per conoscere sia i vini sia l’olio dell’Azienda Agricola Sparici e Landini. Ma è anche un splendida occasione per visitare una struttura notevole, ricca di fascino, contornata da una natura prorompente, con il suggestivo viale dei cipressi che si snoda fin quasi al Bosco di Sona, con una vista bellissima sul lato nord est che si apre sulla campagna di Sona sottostante e che ti regala una panoramica stupenda della Valpolicella, del Monte Pastello e del Monte Baldo. L’energia che si percepisce è frizzante e stimolante, grazie anche alle “capacità ciaccolatorie” (cosi come le definisce lei) della padrona di casa Francesca. 

Per quanto riguarda la dipanazione della matassa sulla genesi del viale dei cipressi e tante altre note storiche che sono parte integrante della vita passata e presente di questa dimora Il Baco da Seta ha la soluzione: il valoroso e preparatissimo gruppo dei storici del Baco, vero patrimonio culturale della nostra comunità, dispone di informazioni reali e certificate frutto di anni di ricerche. Un incontro conoscitivo con Federica è quanto mai opportuno.

La nostra chiaccherata si è svolta all’interno di una bellissima veranda finemente allestita, abbracciata a semicerchio da una vetrata retró e immersa nella natura rigogliosa del giardino. Ho rivisto come in un dejavù la nonna Maddalena mentre condivide la sua cena con l’imponente enologo francese che vuole sradicare le sue viti e lei seduta di fronte che le difende a denti stretti magari battendo anche i pugni sul tavolo. E’ una scena del mio immaginario  che mi ha fatto sorridere e provare emozione.

Questa villa ha nel suo DNA la forza di questa donna imprenditrice. La sua presenza si respira ancora. O forse è come la si percepisce, con un senso di continuità, dopo aver ascoltato il racconto di Francesca. La tradizione di accoglienza e apertura è ancora oggi una caratteristica predominante di questa splendida dimora.

Sono nato a Bussolengo l'8 ottobre 1966. Risiedo a Lugagnano sin dalla nascita, ho un figlio. Sono libero professionista nel settore della consulenza informatica. Il volontariato è la mia passione. Faccio parte da 30 anni nell'associazione Servizio Operativo Sanitario, di cui sono stato presidente e vicepresidente e attualmente responsabile delle pubbliche relazioni. Per 8 anni sono stato consigliere della Pro Loco di Sona. Ritengo che la solidarietà, insita nell’opera del volontario, sia un valore che vale la pena vivere ed agire. Si riceve più di quello che si dà. Sostengo la cooperazione tra le organizzazioni di volontariato di un territorio come strumento per amplificare il valore dei servizi, erogati da ognuna di esse, al cittadino.