Diversamente in Danza: in ottanta in trasferta a Barcellona

Dal 2 al 5 marzo ho avuto l’occasione di unirmi al gruppo Diversamente in Danza in trasferta a Barcellona.

Il gruppo è nato nel 2002 dall’idea di Giorgia Panetto, una nostra compaesana di Lugagnano, di avvicinare persone diversamente abili al linguaggio della danza, ma anche di sensibilizzare al tema della disabilità chi partecipa ed è attivo nel mondo artistico. Diversamente in Danza, che conta più di cinquanta ballerini e ballerine, è diviso in tre sottogruppi (Lugagnano, Grezzana, Colognola), ed ognuno ha le proprie componenti, caratteristiche, peculiarità, come le tonalità di un quadro: ogni sfumatura ha il suo significato, la sua importanza, ed è grazie ad ogni singola sfumatura che il quadro diventa originale, unico. Giorgia, che non solo è promotrice del progetto, ma anche educatrice ed insegnante del gruppo, ci racconta la sua esperienza.

Ripercorrendo gli innumerevoli spettacoli che avete tenuto in importanti teatri a Verona e in provincia (ricordiamo per esempio a Casa Serena, a Villa Venier, al Teatro romano, al Teatro Nuovo, al Filarmonico, alla Granguardia e in Arena), vi siete già esibiti a Lugagnano?

Ci siamo esibiti a Lugagnano diverse volte: in collaborazione con il NAL, ci siamo esibiti nell’agosto del 2008 alla sagra di Mancalacqua e il 3 settembre 2010 per l’inaugurazione del parco Don Gnocchi. Abbiamo avuto modo anche di esibirci alla sagra di Lugagnano l’anno scorso.

I quattro giorni a Barcellona sono stati l’unica grande trasferta del gruppo?

No, abbiamo avuto anche la possibilità di essere ospiti per due volte dell’Associazione Kitri di Lecce, esperienza che è piaciuta molto alle ragazze che vi hanno partecipato. Esperienze di questo genere offrono l’occasione di consolidare i rapporti fra i componenti del gruppo.

Com’è nata l’idea, o la proposta, di un viaggio a Barcellona?

È nato tutto da un’allettante proposta dall’agenzia “Torratike viaggi” di Pietro Pira. Quest’esperienza ha avuto una bellissima partecipazione: insieme a quaranta di noi si sono aggregati familiari e amici, creando così un unico gruppo di ben ottanta persone. La trasferta non consisteva solamente in uno spettacolo: sono stati infatti numerosi i momenti di viaggio, visita turistica e svago. Sono convinta che esperienze del genere facciano bene ai gruppi di Colognola, Grezzana e Lugagnano, perché in più si è, più ci si arricchisce. Infatti ogni gruppo ha dinamiche diverse rispetto agli altri.

Ma quindi, se ogni gruppo ha una propria dinamica, come si svolgono le lezioni?

Effettivamente non sono normali lezioni di danza: ogni persona normodotata a contatto con persone diversamente abili può tirar fuori lati della personalità diversi, costruendo delle relazioni con tutti i ballerini. Quando infatti si fanno lezioni, viaggi, o spettacoli insieme, ogni gruppo si arricchisce grazie all’altro.

Diversamente in Danza è un gruppo aperto a persone di tutte le età, dai cinque agli oltre cinquant’anni. Sebbene ci siano differenze d’età e diverse disabilità, che relazioni ci sono tra i ballerini?

È necessario innanzitutto tener conto del modo in cui le persone disabili percepiscono la loro età: pur essendo adulti, infatti, per alcuni stare insieme ai bambini non crea differenza. E anche i bambini, essendo più disinibiti rispetto alle adolescenti e agli adulti, non danno particolare peso alla differenza di età o alle disabilità del prossimo. Il nostro gruppo si propone di fare un’attività per stare con gli altri, abili o disabili non cambia; spesso infatti lavoriamo a coppie, e ogni dinamica che può accadere è sempre qualcosa di positivo! L’importante è non riprodurre gli stereotipi: l’abile che si mette con il disabile, l’adulto col bambino, … Bisogna quindi dare spazio alla varietà.

Durante i quattro giorni a Barcellona ci sono stati molti momenti di condivisione nel tempo libero. Com’è stata quest’esperienza dal tuo punto di vista?

Come insegnante posso affermare che alle prove e allo spettacolo ognuno ha dato il meglio di se stesso. Ma aggiungo che in questi quattro giorni di trasferta ho notato soprattutto progressi legati ai singoli: diverse persone con disabilità si sono mostrate serene e con la voglia di essere indipendenti e talvolta disponibili verso gli altri. Le persone disabili sono infatti come le cartine tornasole: se sono state bene e apprezzano l’esperienza, vuol dire che l’ambiente era buono e che le persone con loro sono sempre state aperte e attente ai loro riguardi.

Progetti futuri?

Il 27 maggio a Modena parteciperemo al Festival internazionale delle abilità differenti che abbiamo già vinto due volte. Oltre a Barcellona ho avuto l’occasione di assistere ad altri spettacoli di Diversamente in Danza, ed ogni spettacolo è stato unico. Ogni pensiero ed emozione è esplicitato dal movimento, dalla musica, dal ritmo, dalla coreografia. In questo senso la danza non ha limiti: ognuno riesce ad esprimere quello che vuole, al di là delle proprie condizioni sia fisiche sia mentali, al di là delle sue paure, al di là del suo sentirsi “diverso”. E solamente alla fine di ogni spettacolo mi accorgo sempre di non averlo visto con gli occhi, ma con il cuore.

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.