Negli ultimi mesi ne abbiamo parlato più volte: Rotamfer, la ditta che gestisce la discarica Cà di Capri a Lugagnano, ha chiesto alla Regione di poter modificare alcune prescrizioni di conferimento, nello specifico di poter conferire car fluff, cioè rifiuti in conto proprio, anziché inerti, cioè rifiuti in conto terzi, per un quantitativo pari a circa 65 mila metri cubi di materiale.
Il problema di un’eventuale accettazione della richiesta da parte della Regione è che questa modifica contrasterebbe in parte con l’accordo stipulato nel 2017 fra Comune di Sona, Comitato, Legambiente e Rotamfer in cui si stabiliva, tra le altre cose, che non venisse conferito car fluff oltre un certo quantitativo, che ad oggi risulta essere già stato raggiunto.
La decisione relativa alla richiesta presentata da Rotamfer spetta alla Regione, ma il Comune è già stato invitato a esprimersi in merito: a fine luglio, evidenziando “l’importanza di affiancare i cittadini che da anni attendono la chiusura della discarica”, l’amministrazione aveva espresso parere negativo (pur con posizioni differenti all’interno della maggioranza), esplicitando la disponibilità ad un confronto fra le parti.
Ora il Comune ha deciso di approfondire la questione, avvalendosi di un servizio di assistenza legale stragiudiziale, “per analizzare – si legge nella determinazione con cui viene affidato il servizio – le problematiche scaturenti in ordine al diritto amministrativo e ambientale, al fine di garantire la migliore tutela e difesa degli interessi pubblici dell’ente e di perseguire il principio di legalità del proprio operato”. La spesa per il servizio è di 3.647,80 euro.
Nello specifico, l’amministrazione vuole capire cosa comporterebbe, dal punto di vista legale, un’eventuale accettazione della richiesta di Rotamfer da parte della Regione, dal momento che la modifica delle prescrizioni che verrebbe concessa andrebbe appunto a contrastare con parte di un accordo già sottoscritto tra le parti.
La preoccupazione più grande riguarda i tempi di chiusura della discarica: la convenzione del 2017 determinava questo punto in maniera chiara, e prevedeva l’escussione di una fideiussione in caso di inottemperanza. Cosa succederebbe se la modifica richiesta da Rotamfer venisse approvata? La ditta sostiene che i tempi di chiusura sarebbero anticipati, ma il Comune vuole avere certezze rispetto a questo punto, per non rischiare di trovarsi con una situazione indefinita.
“Ad oggi – spiega il sindaco Gianluigi Mazzi – non abbiamo una certezza rispetto a quali sarebbero i tempi di chiusura se la modifica delle prescrizioni richiesta da Rotamfer venisse accolta, mentre in base all’accordo del 2017 era stato messo nero su bianco l’impegno di chiusura della discarica entro il 2023”.
C’è poi l’aspetto tecnico del rifiuto in conto terzi: “Se la richiesta di Rotamfer venisse accolta – aggiunge Mazzi –, lo spessore del conto terzi che era stato precedentemente determinato verrebbe rivisto e ridotto per favorire il conto proprio. Questo va bene? L’amministrazione necessita di avere delle risposte tecniche precise in merito”.
Il Comune attende ora il parere dell’avvocato per ponderare eventuali mosse future.