Non entrerò nel merito dei motivi per i quali il giovane Di Battista del Movimento 5 Stelle, per gli amici Dibba, ha deciso di non ricandidarsi. Motivi che stanno impegnando in infinite discussioni giornali e talk show in questi giorni. Non entrerò nel merito perché, di fondo, i motivi li sa solo lui.
Del suo breve ma efficace discorso voglio cogliere solo lo spunto per parlare anche a Sona di priorità.
Dibba tornerà o forse no. Scriverà un libro, viaggerà, farà il papà. Dice lui. Il mondo intorno, dice invece che è un opportunista e bla bla bla. Fermo restando che solo lui sa chi è e dove sta andando, nella migliore delle ipotesi, io credo che la vita politica e la vita in generale ci hanno abituati a vedere che chi è in politica, chi ha una sedia, non molla mai. Su quella sedia ci muore.
Fa finta a volte di andarsene e poi torna, fa promesse di cambiare rotta e poi non mantiene, cambia faccia nazionalità e gruppo sanguigno piuttosto che lasciare la sedia. Come se senza quella sedia non ci fosse ossigeno, come se senza quel ruolo non si sapesse più quale lavoro fare, che vita vivere.
Vecchi che fanno finta di essere giovani in eterno, donne incollate allo stesso ruolo da ragazzine, l’eterna finzione di vorrei andare ma poi resto. E se Dibba dicesse la verità? E se davvero volesse imparare a fare il padre, volesse sganciarsi da un meccanismo nel quale non si riconosce? E se fossero cambiate le sue priorità?
Non i suoi pensieri politici, non un giro della sedia ed eccone un’altra, ma proprio il suo modo di metterli in ordine. Ebbene se così fosse, io lo capirei, lo stimerei, perché sarebbe diverso davvero, perché dimostra che la dimensione umana che l’ha fatto diventare un politico amato (per quel che significa) era vera, che non era un ‘resta di stucco è un barbatrucco’.
Io il cambiamento lo adoro, lo coltivo, lo studio, e non sono sorpresa se chi diventa padre si vuole godere il figlio, chi ha avuto una sedia la sente scottare, chi ha raggiunto un obiettivo modifica gli assetti e ambisce a diverse mete.
Tutta la vita vorremmo il cambiamento e quando qualcuno ce la fa, non ci crediamo fino in fondo perché siamo abituati al peggio.