Negli scorsi giorni i Sindaci di alcune importanti città come Palermo, Napoli, Firenze e Parma si sono opposti all’applicazione del “decreto sicurezza” voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini e approvato dal Parlamento, e hanno promesso di disobbedire ad alcune disposizioni contro gli stranieri che considerano incostituzionali.
Il Ministro Salvini ha risposto annunciando che i Sindaci che non applicheranno la legge saranno denunciati.
Uno degli articoli più contestati del Decreto è l’articolo 13, quello che stabilisce il divieto di iscrizione all’anagrafe cittadina per i titolari di permesso di soggiorno per richiesta d’asilo, cioè quello dato agli stranieri in attesa di sapere se la loro richiesta di protezione internazionale sarà accolta. È una disposizione ritenuta da molti eccessiva e penalizzante, che colpisce gli stranieri regolari senza produrre vantaggi visibili.
Senza iscrizione all’anagrafe, infatti, non si può fare richiesta di carta di identità e si rimane privi di residenza. In teoria, anche in queste condizioni, gli stranieri avrebbero comunque diritto ad accedere a servizi pubblici e privati, ma molti enti non conoscono perfettamente le regole e quindi si rifiuteranno di erogare servizi a persone prive di residenza. Banche e centri per l’impiego, per esempio, potrebbero rendere più difficoltosa l’apertura di un conto corrente o l’iscrizione nelle proprie liste di collocamento a uno straniero dotato di regolare permesso di soggiorno, ma senza residenza.
Su questa scelta di alcuni sui colleghi Sindaci siamo andati a sentire il Primo Cittadino di Sona Gianluigi Mazzi.
Sindaco Mazzi, cosa ne pensa della scelta di disobbedienza civile di alcuni Sindaci italiani contro il Decreto Sicurezza?
Guardi, la questione mi era già stata posta in occasione dell’introduzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso nel 2016. Rispondo e mi comporto ora come ho risposto e mi sono comportato allora. Ritengo che i Sindaci non abbiano titolo per portare avanti nessuna forma di disobbedienza civile, proprio per il ruolo di primi rappresentanti dello Stato sul territorio comunale. Io applico le norme che vengono approvate dal Governo e dal Parlamento, indipendentemente da quale sia il mio pensiero e da quali siano le mie idee come privato cittadino. Quindi, come non ho applicato alcuna forma di disobbedienza in materia di unioni civili così non proporrò alcuna obiezione civile sul decreto sicurezza. Ripeto, indipendentemente da quali sono le mie idee come privato cittadino. Perché le mie idee le ho, sia chiaro.
E cosa ci dice sui dubbi che il decreto venga applicato oltre i suoi ambiti e, quindi, penalizzi anche stranieri regolari o che non ricadono in quanto previsto dalla norma?
Delle banche e dei centri per l’impiego non posso ovviamente parlare, ma per quello che riguarda le competenze del Comune, i funzionari e gli uffici a Sona sono perfettamente preparati e qualificati per applicare le disposizioni del decreto in maniera corretta. Non vi saranno ovviamente abusi e verranno assolutamente garantiti i diritti di tutti, come è doveroso ed essenziale in un sistema democratico come il nostro. Che poi il Decreto abbia effettivamente qualche punto di difficile o contraddittoria applicazione è altro discorso, che non spetta a noi sindacare.