Dalla bicicletta alla moto, dall’automobile al treno: Quando la musica canta la velocità

Tre anni fa, preso da una irrefrenabile voglia di libertà e di sentire “il vento sulla faccia”, ho deciso di acquistare uno scooter. Niente di impegnativo, sia chiaro, un 125 che mi consentisse di districarmi dal traffico estivo, soprattutto “da e verso” la città e il lago di Garda, mete preferite del turismo della nostra bella provincia. E ieri sera, come spesso accade d’estate, mi godevo una refrigerante arietta estiva, ricercatissima in queste giornate di caldo record.

Per uno come me, cresciuto a pane e dischi, diventa maniacalmente immediato associare una sensazione a una canzone. E quindi, tornando a ieri sera, eccomi subito sentirmi come Cremonini in sella a una Vespa Special pensando a “come è bello andare in giro per i colli – in questo caso – sonesi…”.

Oramai il binomio scooter-canzone è inequivocabilmente questo, ma a pensarci bene di canzoni famose legate ai mezzi di locomozione ce ne sono molte. Ho parlato dello scooter, ma in realtà l’attenzione dei patiti delle due ruote va tutta verso la motocicletta, quella “dieci accapi, tutta cromata… è tua se dici siiii”. La voce era del più grande musicista pop italiano di tutti i tempi, tale Lucio Battisti di Poggio Bustone, che scrisse la partitura musicale de Il tempo di morire, con le parole del grande Mogol con il quale ci ha regalato pagine di canzoni di assoluta bellezza e originalità.

Vale poi la pena ricordare che gli 883 si chiamano così grazie a un noto modello su due ruote della Harley Davidson; mi piace molto meno invece ricordare il pezzo del primo Jovanotti, La mia moto, anno 1989, a mio modo di vedere uno dei pezzi più brutti e mal cantati del panorama musicale italiano.

Fuori dai nostri confini, in argomento mi viene subito alla mente il grintoso pezzo di Christopher Cross Ride like the Wind: mi piace pensare che l’artista statunitense l’abbia scritto per combattere la fin troppo tenera immagine di “pacifico orsetto viaggiatore” che si era costruita con il grande successo della celeberrima e rilassantissima Sailing.

Si sono cimentati in pezzi sulle due ruote tra gli altri anche i Beach Boys, Bruce Springsteen, Bon Jovi. I Queen, ma senza lasciare hit che si facciano ricordare. La band capitanata dal mitico Freddie Mercury è invece protagonista di un pezzo su un altro usatissimo mezzo di locomozione: la bicicletta. Chi non hai mai sentito l’accattivante ritornello di Bicycle Race, pezzo peraltro ricordabilissimo per quell’intro caratterizzato dal suono festoso di campanelli di biciclette?

In Italia il mio pensiero torna poi subito a Mogol. Autore stavolta per Cocciante della gioiosa “passeggiando in bicicletta io e te, pedalando senza fretta la domenica mattina”, mentre il premio della canzone in tema più datata va sicuramente a Bellezza in bicicletta incisa da Silvana Pampanini nel 1951 quale colonna sonora dell’omonimo film.

Da ricordare anche il gruppo di Paolo Belli, che si impose all’attenzione del grande pubblico con il brano da cui presero il nome Ladri di Biciclette, nonché i tanti brani dedicati non tanto al mezzo, quanto ai loro protagonisti; da Il bandito e il campione di Francesco De Gregori dedicata a Girardengo, alla godibilissima “quanta strada ha fatto Bartali, quanta strada nei suoi sandali” di Paolo Conte ed Enzo Jannacci. E ancora E mi alzo sui pedali scritta dagli Stadio per ricordare Marco Pantani, a “Gimondi e il cannibale” di Enrico Ruggeri.

Che dire delle automobili? Lucio Dalla ci fece un intero album dal titolo Automobili, che conteneva tra le altre Nuvolari, alla Torpedo blu di Giorgio Gaber, alla Topolino amaranto di Paolo Conte, piuttosto che L’Y10 Bordeaux di Daniele Silvestri o la più recente Rolls Royce di Achille Lauro. Vale la pena di ricordare anche Andavo a cento all’ora di Gianni Morandi o Guido piano di Fabio Concato.

In campo internazionale è soprattutto il rock a celebrare il mondo dell’auto: High way to hell degli Ac/DC, Highway to star dei Deep Purple, Born ti run di Bruce Springsteen, solo per citarne alcune. Ma ce ne sono molte altre.

Finiamo parlando dei treni: anche qui molto materiale. Da Train Europe Express dei Kraftwerk, a Long Train Running dei Dobbie Brothers, pezzo del 1973 ancora ballatissimo in atmosfera disco, o ancora Last train to London degli Electric Light Orchestra.

Restando su treni e musica, in Italia ricordiamo I treno di Tozeur di Battiato e Alice, I treni a vapore con la voce di Fiorella Mannoia e la penna di Ivano Fossati; La locomotiva di Francesco Guccini e Primo treno per Marte di Gianluca Grignani.

Insomma, con la musica ci si sposta con qualsiasi mezzo, soprattutto verso nuove mete e magari nuovi sogni. Buon viaggio a tutti, soprattutto a chi va in vacanza!

Massimo Bolzonella nasce a Verona il 13 maggio 1965 intorno alle ore 22. Giornalista pubblicista dal 1991, ha prestato la sua voce alla radiofonia veronese per quasi 40 anni. Scrive e vive di musica Italiana, ha curato la comunicazione web di Umberto Tozzi per 12 anni. Sposato, ha due figli, due gatti e un cane. La frase della sua vita è "Sai dove vado adesso? A farmi il mondo", pronunciata da John Travolta nel film "Stayin'alive" dopo il trionfo da primo ballerino a Broadway.