“C’è grande confusione sotto il cielo”, diceva il Comandante Mao. Acqua sotto i ponti ne è passata, Mao non c’è più, la storia fa il suo corso, ma la confusione resta. Con questa analisi vogliamo porre sotto la lente d’ingrandimento il primo partito d’Italia nel nostro territorio, evidenziarne luci e ombre, verificare se quegli scricchiolii di cui parlavamo qualche mese fa esistono ancora.
Lo status del partito della Lega di Sona è davvero molto interessante (forse troppo). Ma andiamo con ordine. Nato nel 1989, la Lega (un tempo anche Nord) è oggi il partito più antico d’Italia. Alle molteplici elezioni politiche e regionali succedutesi nell’arco di oltre un ventennio i voti leghisti nel nostro Comune sono da sempre una componente significativa: a Sona la percentuale più bassa è avvenuta alle elezioni politiche del 2001 (12,4%), ma il dato più eclatante è il 52% delle elezioni europee dello scorso maggio. Numeri importanti, che testimoniano un effettivo radicamento della Lega nel nostro territorio.
Anche alle elezioni amministrative la Lega si è sempre presentata, coalizzata con liste civiche e non. È dal 2013, tuttavia, che siede tra i banchi della minoranza, durante il primo e questo secondo mandato dell’attuale Sindaco Gianluigi Mazzi. Ce lo disse l’attuale Senatore leghista Paolo Paternoster nell’intervista che gli facemmo a fine 2016, ce lo dicono i Consiglieri di minoranza in questo articolo: se oggi si votasse, alla luce del consenso crescente della Lega a livello nazionale, i risultati sarebbero a loro favore.

Sul territorio, però, ci sono logiche diverse: la salute di un partito locale è misurata dalle relazioni dei suoi componenti e dalle loro attività amministrative, che non devono per forza essere elevate, ma devono trovare un riscontro in vari contesti della vita paesana. Ad esempio, un effettivo scollamento tra l’attività amministrativa e quella politica è riscontrabile nella comunicazione sui social: denominarsi “Lega – Gruppo Consigliare Sona”, a differenza di tantissime altre sezioni che si identificano con il nome del partito e il paese/provincia che rappresentano, (senza specificare ‘Gruppo Consigliare’), rende il caso ancora più curioso e interessante.
Come, inoltre, il fatto, evidenziato proprio da un militante leghista, che “i tre Consiglieri che oggi rappresentano il Carroccio a Sona hanno una provenienza partitica differente. Edgardo Pesce e Gaspare Di Stefano erano di Forza Italia, Antonella Tortella, invece, prima del PD e poi del popolo del Family Day”. La base lamenta anche una scarsa presenza sul territorio e poca attenzione al tesseramento.
Abbiamo contattato il Segretario della Lega di Sona Gianluigi Furri in merito ai temi portati in Consiglio comunale (dato che, da regolamento del partito, “il Segretario coordina con il Capogruppo Consiliare l’azione politica comunale”) e alla questione dello scarso tesseramento. “Riguardo al primo punto non ho molto da dichiarare – spiega Furri al Baco – sennonché molti temi trattati non sono originali di Sona, ma condivisi con altre realtà territoriali. Relativamente al tesseramento, invece, non avendo ricevuto direttive dall’alto, siamo ancora in una fase di attesa. Seguiranno novità prossimamente. Ho riscontrato, tuttavia, – conclude Furri – nuove adesioni al gruppo dei Giovani Padani.”
Alla luce di queste testimonianze, gli scricchiolii che avevamo avvertito qualche mese fa rischiano effettivamente di trasformarsi in crepe interne all’architettura del partito locale.
La Lega di Sona, tenendo ben presente che l’effettivo successo elettorale nel nostro Comune deve essere considerato al netto del contributo strategico-politico che Matteo Salvini reca al partito a livello nazionale, qualora fosse in grado di attivare la sua componente più civica in senso stretto, mostrarsi realmente unita sul fronte sia amministrativo sia politico e presentarsi come un gruppo corale (e non ristretto al Consiglio comunale), potrebbe davvero mutare gli equilibri locali “se si votasse oggi”.
In caso contrario, ci troveremmo di fronte ad una semplice frase di circostanza.