Avevamo un filo spezzato, qui a Sona. Un filo tenace che si è però spezzato la notte del 25 ottobre 2007, quando Michele Cimichella è scomparso giovanissimo, interrompendo un percorso politico iniziato già nel mondo della scuola e poi sfociato a Sona con un impegno forte in Consiglio comunale, con anche un ruolo di Assessore nell’Amministrazione Bonometti.
Quella morte ha rotto tanti equilibri creando dolori indicibili, come soprattutto le morti giovani inevitabilmente generano. Lasciando nella prostrazione una famiglia, dei genitori ed una comunità intera.
Poi, si sa, la vita va avanti. Chi muore sembra fermarsi e chi resta prosegue lungo il cammino, non potendo fare altrimenti.
Eppure quel filo rimaneva spezzato nella nostra vita pubblica, come un progetto interrotto. Come un’eco lontana.

Domenica 10 giugno a Sona abbiamo votato per la scelta del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio comunale. Il risultato ha premiato il Sindaco Mazzi, che è stato rieletto, ma non è di questo che qui vogliamo parlare.
Qui vogliamo parlare di un filo che viene, invece, riannodato. Come raramente capita, la vita sembra aver concesso un’altra opportunità sullo stesso palcoscenico, un’altra occasione a chi non aveva potuto finire di dire quello che aveva da raccontare.
Dalle urne di domenica è uscito, infatti, un altro verdetto. Quel voto ha infatti stabilito che la donna che ha ottenuto più preferenze, e che siederà nel prossimo Consiglio comunale, si chiama Monia Cimichella. E Monia è la sorella di Michele, del Cimi.
Quando Michele era morto, sulle colonne del Baco avevo scritto che quello che stava dicendo prima di scomparire, il suo discorso interrotto, non sarebbe andato perso, perché ci avremmo pensato noi a ricordarlo. E in questi ormai undici anni che ci separano da quella scomparsa l’abbiamo fatto, più volte.
Ora un altro Cimichella torna in Consiglio comunale. Monia non è Michele, i due sono tanto differenti, ma hanno in comune tante cose, tra le quali la capacità, rara, di vivere ogni cosa con passione piena, non temperata da opportunismi o da tornaconti personali. Non mediata da convenienze di bottega.
Si può amarli (capita), si può detestarli (capita anche questo) ma comunque sia sono una certezza, come quegli alberi frondosi e dalle radici profonde lungo le strade di campagna, che sanno resistere ad ogni tempesta. Comunque vada.
Oriana Fallaci scriveva che “per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione”. Quindi auguri Monia, siamo certi che saprai fare un ottimo lavoro per la nostra comunità, portando la tua passione coinvolgente (e talvolta spiazzante) in ogni cosa che farai.
E auguri anche a te Cimi, il giorno a breve nel quale aprirà i battenti questo nuovo Consiglio comunale non potrai fare a meno di essere presente anche tu. Magari scuotendo la testa, non essendo ovviamente d’accordo con gran parte delle cose che verranno dette. Ma comunque presente. Perché la presenza è stata la vera cifra della tua breve ma intensa vita.
Ti avevamo lasciato quel 25 ottobre di undici anni fa lungo la strada, ma non ti avevamo dimenticato. Ed ora quel filo, che sembrava spezzato, è stato riannodato.