Proseguiamo il ciclo di interviste del Baco ai sindaci dei Comuni limitrofi a Sona, per comprendere qual è la situazione dell’emergenza Covid nelle comunità confinanti. Dopo Fabrizio Bertolaso sindaco di Sommacampagna e Giovanni Dal Cero sindaco di Castelnuovo, è la volta di Roberto Brizzi sindaco di Bussolengo.
Brizzi, candidatosi con le liste civiche Alleanza per Bussolengo, Bussolengo al Centro, Siamo Bussolengo, Valore a Bussolengo, è stato eletto nel giugno del 2018.
Sindaco, partiamo dai numeri dei contagi, che possono essere letti ogni giorno sul sito del Baco. Come va a Bussolengo?
Direi che la situazione di Bussolengo è in media con quella degli altri Comuni. Però non sono un sindaco che guarda molto ai numeri in se stessi, perché i numeri devono essere contestualizzati per essere compresi. Occorre tenere in considerazione diversi elementi, compresa la quantità dei tamponi effettuati. Adesso dobbiamo tenere alta la guardia, e nello stesso tempo non mettere troppa paura e non rischiare di incattivire la gente. Occorre trovare la giusta misura tra attenzione e panico.
Una conseguenza dell’emergenza che ci ha travolti è stata purtroppo la crisi economica. Le realtà economiche di Bussolengo come stanno vivendo questa situazione?
La situazione è devastante, io sono preoccupatissimo. Vedo due grandi pericoli: fatto salvo che in questo momento è giusto essere concentrati ed investire risorse sul piano sanitario, stanno andando in subordine l’aspetto economico e quello psicologico. Parlando del primo, il problema sta diventando strutturale. Per me è stato un errore ad esempio non permettere il pranzo di Natale nei ristoranti, perché si sarebbe trattato di posti pubblici controllati, con i ristoratori obbligati a rispettare le regole e le verifiche da parte delle forze dell’ordine.
E per quanto riguarda l’aspetto psicologico?
Ci sono tantissime difficoltà. Gli adolescenti sono stati privati della scuola, dello sport, della parrocchia, della musica… Abbiamo preso un’intera generazione e l’abbiamo isolata. E gli anziani iniziano ad avere una paura assurda e a non voler più uscire. Ci sono persone di mezza età depresse, che hanno problemi sul lavoro. E assistiamo, anche sui social, a scene di tensione un po’ troppo sopra le righe.
Come Comune avete previsto delle forme di supporto per le realtà economiche locali?
Abbiamo fatto tutto ciò che ci consentiva la legge. Per quanto riguarda le tasse, ce ne sono alcune che possono essere gestite dall’amministrazione comunale e altre che invece non possono esserlo; noi abbiamo abbassato l’imu per le attività commerciali, cosa che non si può fare con la tassa rifiuti, che è una partita di giro, perché nel momento in cui si decide di far pagare meno ai negozi occorre caricarla di più sulle famiglie. Siamo stati fra i primissimi a concedere i plateatici gratuiti prima dell’estate. Il Comune di Bussolengo, però, non ha potuto dare contributi alle realtà economiche perché la legge lo ha consentito solo ai Comuni sotto i 20mila abitanti. Abbiamo provato in tutte le maniere, ma proprio non si può. E questa è una grande assurdità.
Molte famiglie hanno subito le pesanti ripercussioni sociali provocate dalla situazione d’emergenza. Quali difficoltà vi vengono segnalate?
Molte famiglie stanno vivendo difficoltà economiche. Durante il primo lockdown era stato aperto un conto corrente per l’emergenza, su cui i cittadini di Bussolengo hanno donato oltre 10mila euro. Arrivati alla fine dell’anno, abbiamo pensato di trasformarli in buoni alimentari, che nel periodo natalizio sono stati consegnati da noi della giunta e da alcuni volontari a 150 famiglie in difficoltà, unitamente ad un pacco in cui le associazioni di Bussolengo hanno inserito regali per i bambini. Le famiglie sono rimaste molto stupite, anche perché non avevamo dato pubblicità alla cosa, e quindi è stato un regalo di Natale vero e proprio. La cosa bella di questa iniziativa è che è stata possibile grazie ai bussolenghesi che hanno aiutato altri bussolenghesi. Un altro problema che c’è a Bussolengo è che ci sono poche case in affitto, e questo mette ancora più in difficoltà le famiglie che si trovano a vivere situazioni di emergenza abitativa. Abbiamo messo soldi del Comune per integrare il bonus affitto della Regione, in modo da allargare la platea dei destinatari.
In questi mesi, i Comuni, con la polizia locale, sono stati impegnati a vigilare sul rispetto delle regole emanate per il contenimento del virus. A Bussolengo avete dato qualche sanzione? Come si stanno comportando in generale i cittadini?
Abbiamo fatto qualche sanzione ma bisogna considerare che siamo in più di 20 mila abitanti, e avere fatto poche sanzioni significa che in generale le persone si stanno comportando bene. Qualche sanzione è stata data per le mascherine, ma soprattutto durante il primo lockdown, perché ormai indossare la mascherina è diventata un’abitudine. Abbiamo sanzionato qualche locale che, nel periodo di chiusura alle 18, non ha rispettato le regole, ma una volta data la sanzione il problema non si è più presentato.
Com’è cambiata l’organizzazione del lavoro all’interno del Comune?
Abbiamo pensato all’utenza, attivando una piattaforma digitalizzata per creare uno sportello telematico che permetta ai cittadini di fare online quel che prima si faceva negli uffici comunali. Questo fa sì che le persone che ogni giorno entrano negli uffici possono essere più diluite negli spazi e nei tempi, ed è possibile dedicarsi maggiormente agli anziani, che ovviamente vengono in presenza perché fanno fatica con le tecnologie. Abbiamo spinto tanto anche sull’organizzazione per appuntamenti, dotando tutti i dipendenti che fanno anche front office di webcam e cuffiette, così da rendere possibile anche appuntamenti a distanza. Anche se subito gli utenti erano un po’ diffidenti rispetto a questa nuova modalità, perché erano abituati a parlare con il funzionario comunale in presenza, adesso hanno compreso che è una comodità.
Come sono i rapporti fra i Comuni di Bussolengo e di Sona?
I rapporti sono sicuramente buoni, c’è sintonia con il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi. Siamo limitrofi, pressappoco uguali come grandezza, e spesso abbiamo problematiche simili. Sono sicuramente tanti i temi di confronto.
Un’ultima domanda: come sarà secondo lei la ripartenza e cosa si augura per quest’anno?
Anche se la situazione sanitaria migliorerà, bisogna prendere atto del fatto che certe attenzioni che abbiamo acquisito durante questo periodo ci hanno cambiato la vita, e da questo non si tornerà indietro. Io sono un ottimista di natura, rischio di vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando ci sono gli ultimi tre millimetri di vino, e questo mi porta a sperare che la ripresa inizi già nel 2021 e che la gente inizi a vedere che stiamo uscendo dal tunnel. Se devo pensare in maniera più razionale, vedo che questo sarà un anno molto difficile: nel 2020, di fronte alle criticità che emergevano, la reazione è stata “stringiamci a coorte e poi ripartiremo”; adesso la situazione è che ci si stringe, ma non si può andare avanti così a vita, deve esserci la ripresa a tutti i costi. Se si vede la luce fuori dal tunnel, si ricomincia anche a spendere, e ne guadagna quindi anche l’economia.