Oggi 19 marzo celebriamo San Giuseppe ed insieme a lui tutti i nostri amati papà. Nel momento in cui un uomo diventa padre acquisisce piena consapevolezza di sé stesso. Forse subito non realizza, non è pronto per la sfida importante e meravigliosa che lo attende.
Le paure sono tante, si interroga su sé stesso, sulla sua capacità di mantenere la propria famiglia, di prendersene cura nonostante le avversità, ma soprattutto si domanda: sarò in grado di essere un buon padre?
È una domanda implicita e la risposta è semplicemente una. No, nessuno è pronto per essere genitore, nessuno possiede a priori gli strumenti per farlo; lo si diventa nel momento in cui, per la prima volta, stringi a te quel piccolo miracolo che profuma di purezza, genuinità ed amore. In quel preciso istante non è la gravità a trattenere un uomo al suolo, ma due occhi grandi in cui un padre si specchia e si riconosce. E lui lo sa, tutto assume un senso, tutto è perfetto.
Un amico diventato papà per la seconda volta pochi mesi fa mi ha fatto riflettere su quanto un uomo possa sentirsi inadeguato nei primi anni di vita dei propri figli. Il senso di impotenza che travolge un papà di fronte ad esigenze che solo una madre può colmare. Sono sensazioni che possono accumunare più uomini nelle stesse condizioni e renderli spettatori di una manifestazione d’amore alla quale sì partecipano, ma che li costringe a rimanere dietro le quinte in attesa che i figli inizino ad avvertire il bisogno anche del loro papà.
Credo sia un aspetto di vita che viene poche volte sottolineato, ma che è indispensabile ricordare di tanto in tanto. Vero che il detto recita “la mamma è sempre la mamma”, ma cosa saremmo senza i nostri papà?
Molto spesso la vita lavorativa e il ruolo del papà comportano fatiche importanti. Alcuni papà sono costretti anche a trasferte o giorni e giorni lontano da casa e solo per garantire il minimo indispensabile. Pochi si ricordano che anche questi uomini, lontani dai loro affetti, si chiedono se stiano facendo abbastanza, se i loro figli siano in grado di comprendere che il lavoro è solo lavoro e il fine ultimo è quello di permettergli una vita migliore, felice.
I miei figli saranno orgogliosi di me? Capiranno che ciò che faccio è per loro? Saranno delusi se arriverò tardi il giorno del loro compleanno? Cosa penseranno di me se i loro amici avranno un papà più presente, più accondiscendente, più bravo di me?
Anche qui la domanda è implicita e la risposta semplice. Sì, i vostri figli un giorno lo capiranno e saranno fieri di voi, nonostante i confronti con altri papà, nonostante le discussioni, nonostante le aspettative talvolta mancate. Loro lo sapranno, i vostri figli vi ameranno incondizionatamente perché voi siete i loro splendidi, favolosi ed unici papà.
Grazie a tutti i papà per quello che fate ogni giorno senza chiedere nulla in cambio, grazie per la pazienza, la gentilezza, la severità e l’amore infinitamente grande che ci donate. Buona Festa del Papà!