“Resistere per più di quarantadue chilometri alla massima velocità consentita dal mio organismo è una sofferenza che genera piacere”, “quando la corsa ti punge e diventa la tua malattia”, scrive così Mauro Covacich, scrittore italiano classe 1965 che nel 2021 pubblica Sulla corsa, un libro edito La nave di Teseo. Il romanzo autobiografico tratta il rapporto di assoluta complicità che intercorre tra l’autore e la disciplina atletica della corsa, sua àncora di salvezza.
È proprio questa intima intesa tra anima e corpo ad aver spinto i vincitori e le vincitrici della corsa campestre scolastica 2023 del Liceo Medi a gareggiare per mettersi in gioco e testare i propri limiti. Tenutasi lo scorso 10 novembre, la corsa è stata interamente organizzata dalla classe 5 G, che ha deciso di rilanciarla anche con l’aggiunta di un piccolo rinfresco a base di tè caldo e biscotti.
Questo era il loro principale obiettivo: incentivati dalla loro insegnante di educazione fisica, la professoressa Anna Baraldo, ambivano a essere ricordati nella storia del Medi come migliori organizzatori sportivi, dando vita a una gara estremamente coinvolgente ed elettrizzante, grazie anche ai loro attivi interventi come commentatori e tifosi.
Durante le tre settimane di costante preparazione la classe ha ottenuto soddisfacenti risultati, ricevendo 302 richieste di partecipazione, quasi il doppio di quelle contate l’anno scorso. La corsa si è svolta al parco di Madonna del Popolo di Villafranca di Verona, luogo ottimale per allestire il percorso ideato dalla classe, che prevedeva tre circuiti di diverse lunghezze in relazione alla categoria di appartenenza dei concorrenti: 1000 metri per la componente femminile del biennio, 1500 per quella maschile del biennio e femminile del triennio e, infine, 2000 metri per la componente maschile del triennio.
Giunto il termine della gara, queste sono le considerazioni emerse dal colloquio con i vincitori e le vincitrici del primo posto, assegnato a ciascuna categoria. Alla domanda che voleva esplorare le motivazioni che hanno spinto i giovani vincitori a partecipare, Sara Bertoletto, vincitrice del primo posto della categoria femmine biennio, risponde con la parola “abitudine”. La ragazza aveva partecipato anche l’anno precedente e non vedeva il motivo per cui non rifarlo quest’anno. Inoltre, essendo sempre stata un’appassionata di sport ha subito colto la palla al balzo.
Enrico Pisillo, vincitore del primo posto della categoria maschi biennio, risponde: “Perché ho deciso di partecipare? Semplice, ero convinto di fare bella figura. Sono un ragazzo agile, atletico e scattante, perché dunque non correre insieme ai miei amici tentando anche di vincere la gara?”. È il turno di Thomas Sanna, vincitore del primo posto della categoria maschi triennio, che replica dicendo “so di essere capace di correre”. Ama l’atletica più di qualsiasi altro sport ma è paradossale il fatto che non avesse mai partecipato alla campestre d’istituto; “ho deciso perciò di rimediare quest’anno”.
Alla domanda che indagava il rapporto con le discipline sportive, Sara Bertoletto ha fatto notare come la corsa sia da sempre stata un suo interesse, essendo nata in una famiglia di sportivi e avendo deciso di seguire le orme del padre ciclista. La giovane ha sperimentato numerosi sport, ma quelli che l’hanno segnata maggiormente sono stati l’atletica da bambina e la pallavolo da adolescente. Definisce il suo rapporto con lo sport tutt’altro che conflittuale, va molto spesso a correre per distrarsi e staccare da tutto poiché è qualcosa che le permette di stare bene. Nutre grande passione sia per la pallavolo sia per l’atletica nonostante quest’ultima non sia più lo sport che pratica nel quotidiano.
Enrico Pisillo asserisce che questa gara gli ha fornito l’occasione buona per provare ufficialmente la disciplina della corsa, sebbene l’azione di correre costituisca una componente fondamentale nello sport che da 9 anni fa parte della sua routine: il calcio. Lui stesso dice di essere molto allenato e che la corsa gli ha sempre suscitato interesse.
Infine, Thomas Sanna, un vero e proprio intenditore che durante il suo percorso sportivo ne ha provate veramente tante. Prima con il nuoto, poi con il calcio, Thomas si è interfacciato al travolgente mondo dello sport, innamorandosene. Ma ciò che lo ha veramente acceso è stato proprio l’incontro con l’atletica, disciplina che lui pratica a livello agonistico. Dice “ho trovato la mia nell’atletica, un po’ me lo aspettavo il podio”, e questa sua vocazione si è senza dubbio rivelata durante la corsa.
Per concludere ho chiesto ai tre campioni di dirmi la prima parola che associano al termine corsa. Sara Bertoletto mi ha stupita con “concentrazione”, mentre Enrico Pisillo ha preferito qualcosa che richiamasse maggiormente la sfera ludica, “svago”, e infine Thomas Sanna che l’ha definita semplicemente “stupenda”.
Mauro Covacich aveva ragione a descrivere la corsa come una “malattia”, che quando ti punge non ti lascia più scampo perché la sofferenza che essa provoca si tramuta in un intreccio di piacere, appagamento e contentezza euforica di cui, una volta provato, non puoi più fare a meno.