Mentre l’Italia intera è in prima linea nella battaglia contro il mostro invisibile chiamato Coronavirus, che ha dato luogo ad una pandemia con enormi risvolti, oltre che sanitari, anche socio-economici, con la chiusura di attività e la limitazione di diritti costituzionalmente garantiti, anche le realtà sportive e calcistiche del nostro territorio si trovano a dover far fronte a questa emergenza.
In particolare, con questo pezzo ci riferiamo all’UCD Lugagnano, la neonata società, risultante dalla fusione di A.C. e Real, che, in ottemperanza alle nuove disposizioni legislative in contrasto al diffondersi della malattia, ha ormai, da circa un mese, sospeso ogni attività.
La squadra, paga dell’ottima rosa di giocatori, dello staff competente e della solida società stava affrontando un campionato davvero degno di nota. Quando scambio due chiacchiere con il vice allenatore Pier Nicola Fazzini e uso il tempo passato riferendomi al loro secondo posto in classifica ci tiene a precisare “siamo secondi in classifica”. E nella speranza di poter riprendere il campionato lo staff, mi riferisce sempre Fazzini, ha predisposto un programma individuale di lavoro in continuo aggiornamento, anche se ovviamente la lontananza dal campo non può che aumentare le difficoltà di gestione della parte tecnica e tattica della squadra. Il vice allenatore ci riporta anche dell’idea di fissare con tutti i giocatori un appuntamento settimanale in video per meglio allineare il lavoro svolto dai singoli.
Ma ciò che soprattutto trapela da questa conversazione (telefonica) è il forte attaccamento da parte di tutti a questo gruppo, infatti lo staff mantiene un contatto settimanale con i ragazzi, e questo non tanto per la parte prettamente di gioco quanto piuttosto per dimostrare loro la vicinanza emotiva e psicologica.
Anche la società sta facendo la sua parte, tessendo relazioni con altre realtà dilettantistiche per cercare di carpire qualche informazione a livello di federazione, anche se a detta del direttore sportivo Roberto Spada “nessuno ha la minima idea di cosa accadrà” infatti le ipotesi sulle modalità con cui sarà, se sarà, ripresa la competizione sono più di una ma ovviamente dipendono dall’andamento dell’emergenza.
Il direttore ci mette davanti ad una realtà, quindi, piuttosto evidente, nulla può essere programmato, né la fine né ovviamente la prossima stagione, anche se qualche lato positivo per il calcio secondo Spada potrebbe esserci, “la gente guarderà maggiormente la sua vita lavorativa e vivrà il calcio ancor più con passione con un maggiore divertimento di tutti”.
Sulla posizione di alta classifica anche il dirigente è convinto in ogni caso che “bisognerà terminare il campionato perché è giusto premiare chi ha fatto degli sforzi maggiori, anche se, guardando allo stesso professionismo, in questo momento le priorità sono altre”.
Capitan Danieli da parte sua ci tiene a ribadire il rammarico di questa lontananza di tutti dallo spogliatoio, non solo per la possibilità di vincere il campionato, ma anche per il fatto che la squadra stessa “diventa un po’ come una famiglia”, per questo ci sottolinea come la squadra mantenga una grande vicinanza, seppur solo virtuale, adoperando i mezzi tecnologici di cui fortunatamente oggi disponiamo.
Infine, ci mette a parte della sua ferma convinzione che è giusto che tutti facciamo la nostra parte stando a casa e ci fa sapere di una bella iniziativa che stanno intraprendendo ossia quella di utilizzare i soldi delle “multe” per una donazione alle associazioni che sono in trincea per questa durissima guerra.