Con lunedì 18 maggio anche a Sona hanno alzato le serrande tanti esercizi, tanti negozi e tanti professionisti di servizi alla persona che da due mesi a causa del contagio coronavirus avevano dovuto chiudere.
Una ripartenza tanto attesa, ma che ha comportato l’applicazione di molte misure per tutelare la salute di clienti e operatori non sempre facili da applicare. Il Baco ha pubblicato una scheda dove si riepiloga punto per punto quanto va fatto, a seconda del settore di appartenenza, per allinearsi alle prescrizioni del DPCM di Conte e dell’Ordinanza di Zaia.
Ma come è andata effettivamente la riapertura sul nostro territorio?
Il Baco è andato a sentire Monica Tomelleri, una parrucchiera che è titolare di un salone a Lugagnano. Sono infatti proprio le parrucchiere una delle categorie per le quali più incerta è stata la possibilità di riaprire, tanto che fino a pochi giorni prima del 18 di certezze ve ne erano proprio poche.

“Durante il periodo di lockdown – ci racconta Monica – ho pensato molto a come organizzare e garantire il lavoro in massima sicurezza, sia per le collaboratrici che per le clienti mantenendo comunque un ambiente di relax e benessere. Per le collaboratrici, innanzitutto formazione sul corretto uso dei DPI, poi maschera FFP2, visiera e guanti e, prima di entrare in salone, rilevazione della temperatura”.
E per quanto riguarda la sicurezza di chi si serve del suo salone? “Per le clienti massima attenzione a tutti i particolari, a partire dal triage telefonico il giorno precedente l’appuntamento, la rilevazione della temperatura prima di entrare in salone e, una volta entrate, abbiamo creato un percorso che inizia con l’igienizzazione delle mani, poi si accedere in una stanza riservata dove c’è la possibilità di scegliere tra un kit monouso di carta o di cotone, kimono ed asciugamano, il tutto igienizzato ed imbustato singolarmente”.
“Gli effetti personali – prosegue Monica, mostrandoci l’interno del suo salone – vengono posti in una busta di carta monouso e i capi spalla messi in un copriabito anch’esso monouso, viene poi consegnato un contenitore con il proprio nome, dove all’interno oltre ad un igienizzate mani personale, vengono riposti pettini e spazzole tutti igienizzati e imbustati, da usare solo per lei. Si effettua l’igienizzazione della postazione di lavoro ad ogni spostamento. Dopo la consulenza sui trattamenti o servizi da eseguire, iniziamo il nostro lavoro che è creare autostima alle persone facendo loro dei capelli belli e curati”.
“Abbiamo scelto di accogliere meno persone di quelle che potremmo – ci spiega ancora Monica -, in questo modo abbiamo visto che i clienti sono molto più rilassati, d’altronde sono le prime uscite per tutti quindi si può andare per gradi. Non è comunque facile lavorare con guanti, machera e visiera ed avere occhi attenti per tutto e tutti, toglie molte energie”.
Cosa si sente di dire di tutta l’attenzione, l’affetto e la simpatia che nelle scorse settimane, anche sui social, le persone hanno dimostrato per la vostra categoria?
“Certo non ci aspettavamo così tanti messaggi di approvazione e riconoscimento per il nostro servizio, è stata per noi una sorpresa e ci ha letteralmente riempito il cuore”.
“Prima di congedare le nostre ospiti – conclude Monica, con un largo sorriso che si intuisce anche dietro la mascherina – doniamo loro una rosa che ha per me un doppio significato in quanto anche 32 anni fa, quando ho aperto il mio primo negozio offrivo una rosa di benvenuto e ora offro una rosa ed una lettera di bentornata: ‘Dopo la tempesta arriva sempre l’arcobaleno’”.
Buon lavoro Monica, e buon lavoro a tutte le parrucchiere, a tutti gli estetisti, a tutti i tatuatori e a tutti i negozi, i bar e i ristoranti che sono tornati ad operare sul nostro territorio. Tutti stanno dimostrando massima professionalità e massima attenzione a tutelare la salute di tutti, assicurando il migliore servizio e la massima qualità. Ora è necessaria la presenza e la vicinanza dei cittadini.