Apro i social. Pullulano post di critica verso giovani che disattendono o minimizzano le disposizioni governative per contrastare il contagio di Coronavirus. Chiudo i social, stizzito. Accendo la televisione. Nei talk show vengono mostrate immagini di giovani che sembrano disinteressarsi dei quanto previsto dai Decreti di Conte e dalle Ordinanze dei Comuni. Spengo tutto, abbastanza arrabbiato. No, noi non siamo tutti così.
Dispiace constatare l’uso talvolta distorto di notizie riguardo la nostra generazione. Quest’utilizzo irresponsabile dell’informazione, soprattutto quando a livello generale è richiesta responsabilità, rischia di creare ulteriori e dannose frizioni intergenerazionali che al momento è dovere di tutti mettere da parte. Non prendeteci per scemi. Forse, non siamo mai stati abituati a dover cambiare piano di ora in ora: ma voi che ci guardate dall’alto al basso lo siete invece stati?
Siamo abituati alle nostre ambizioni personali, alle nostre forti passioni che muovono ogni nostra azione; è vero, a volte forse in modo troppo ingenuo. Qui allora, vi chiedo di smettere di criticare, bensì di educare e di provare ad ascoltarci. Sentireste, oltre il rumore disturbante di alcune immagini forse a volte utilizzate solo per fare scalpore, la sinfonia di una generazione che invece ragiona, si confronta e che sta cercando di fare i conti con una situazione sin a qualche mese fa impensabile, rispettando i comportamenti adeguati.
Sappiamo che è il momento di mostrare responsabilità e senso civico, anzi è forse la nostra opportunità per barrare una volta per tutte l’appellativo “generazione bruciata” poiché, oggi più che mai, siamo coscienti che tra qualche anno noi saremo voi.
Tendiamoci la mano, impegniamoci partendo dal nostro piccolo per superare questa emergenza, magari evitando di dare copertura mediatica a chi non lo merita perché ancora una volta: no, noi non siamo tutti così. Nemmeno a Sona.