Questa è la sesta intervista al Sindaco Gianluigi Mazzi, dopo l’inizio dell’emergenza coronavirus a Sona. Le settimane scorrono una dopo l’altra, eppure il tempo dà l’impressione di essersi fermato in una situazione che, fino a pochi mesi fa, sarebbe sembrata surreale. E invece, purtroppo, è drammaticamente realissima.
Però, qualche luce di speranza finalmente inizia ad accendersi, o almeno così sembra. E anche le restrizioni che ci hanno costretti in casa per settimane apparse infinite si stanno lentamente allentando.
La novità della nuova ordinanza sindacale in vigore dal 15 aprile è infatti quella di permettere l’attività motoria individuale nelle vicinanze di casa, una libertà limitatissima che però consente almeno di respirare la primavera, pur nella consapevolezza di non poterla vivere pienamente.
Sindaco, l’ordinanza regionale permette l’attività motoria individuale in prossimità della propria abitazione, mentre quella del Comune di Sona specifica una distanza precisa: si può uscire mantenendosi a non più di 400 metri da casa. Come si è arrivati a questa decisione?
Noi sindaci del veronese ci sentiamo spesso in videoconferenza per decidere le misure da adottare in questo periodo di emergenza, anche alla luce delle disposizioni ministeriali e regionali. In questo caso, ci siamo confrontati su come interpretare il concetto di “prossimità” indicato nell’ordinanza regionale. Si è inizialmente pensato ad una limitazione di area, ad esempio per paese (NdR come aveva anticipato il Baco), per poi arrivare ad una limitazione per distanza, rispetto alla quale si è discusso di stabilire una misura fra i 200 e i 500 metri. Io ho proposto i 400 metri, perché è comunque una distanza che permette di andare verso una maggiore apertura rispetto a quanto era stato concesso nelle ultime settimane. Molti Sindaci hanno accettato di specificare la distanza, con apposite ordinanze, altri hanno deciso di fare riferimento alla disposizione regionale, in attesa che la Regione stessa decida. Purtroppo, fra i Sindaci che hanno mantenuto l’indicazione generica di prossimità, ho sentito qualcuno lamentarsi perché i cittadini si spostano anche di alcuni chilometri. Io credo che indicare la distanza permetta di verificare più facilmente se la regola viene rispettata. Ovviamente, chi esce può farlo solo con mascherina e guanti, o gel disinfettante, rispettando i due metri dagli altri e, a Sona, portando con sé un documento di identità che permetta di verificare l’indirizzo di residenza nel caso di controllo.
Sono state introdotte o sono previste altre novità?
È permesso accedere alle aree per i cani, ma con la limitazione di entrare uno alla volta e per non più di cinque minuti. Ho invece mantenuto la disposizione che non ci si possa sedere sulle panchine. La settimana prossima verrà prevista la possibilità di recarsi all’isola ecologica, nei tre giorni di apertura, non solo per il conferimento del verde, ma anche per il conferimento di quello che non viene ritirato con il porta a porta; questo perché in molti hanno materiale, anche ingombrante, da portare all’ecocentro a seguito delle pulizie delle case e delle cantine effettuate durante questo periodo di quarantena. Lunedì firmerò un’ordinanza per la riapertura dei mercati settimanali di Lugagnano e Palazzolo, per i banchi degli alimentari. Noi forniremo le transenne e tutto ciò che può essere utile per perimetrare le aree, ma gli esercenti dovranno preoccuparsi di mantenere gli accessi controllati e di evitare assembramenti. Ci sarà anche un vigile per le verifiche. Per tutti, anche per i clienti, saranno obbligatori i guanti, non soltanto il gel disinfettante, oltre che la mascherina.
Com’è la situazione dei contagi nel Comune di Sona?
Il numero dei contagi rimane costante, ma ci aspettiamo che i casi positivi si riducano perché per molte persone mancano pochi giorni alla fine del periodo infettivo. Dalle uscite dell’ambulanza testimoniate da alcuni cittadini in questa settimana temo però che ci siano ancora alcune infezioni in corso. Purtroppo, sono morte altre due persone, quindi i decessi per coronavirus nel territorio sonese salgono a cinque. Si tratta di due cittadine ricoverate in case di riposo della provincia. Anche alle loro famiglie vanno il mio pensiero e la mia vicinanza.
Quali saranno le prossime mosse?
Ho parlato con i responsabili del Comune per riuscire a predisporre nel migliore dei modi la ripartenza. Serve una riorganizzazione dell’ente con un’attenzione a diversi aspetti: la predisposizione delle scrivanie per garantire il mantenimento delle distanze, il potenziamento delle infrastrutture di rete sul web, la realizzazione di un database che includa tutte le attività del territorio, organizzate per categoria, in modo da rendere possibile una comunicazione strutturata e lanciare un allarme mirato in caso di emergenza. Per quanto riguarda le misure restrittive, mi aspetto che da qua a inizio maggio qualche concessione possa ancora venire data alla cittadinanza.
I cittadini stanno rispettando le nuove misure in vigore?
Alcuni non hanno capito, o non vogliono capire. Sappiamo quanti sono 400 metri: basta misurare il nostro passo, e capiamo in fretta più o meno quanto è questa distanza. Diciamo che se qualcuno partendo da Mancalacqua si ritrova alle Beccarie dovrebbe farsi una domanda, dato che Lugagnano è lungo qualche chilometro. Io non voglio essere ricordato come quello che va a contare i metri, ma la misura dei 400 metri vuole essere un segnale di apertura, e va rispettata. C’è ancora qualcuno che esce senza mascherina e senza guanti. La Protezione Civile proprio tra oggi e domani torna a consegnare altre mascherine casa per casa, e se qualcuno ancora non ne ha chiami il numero 0456091290, e andremo a portargliele. Però, senza questi dispositivi di protezione non si esce. Non è un dispetto che viene fatto a me, ma a se stessi e a tutta la comunità.
In questi giorni, assistiamo alla “denuncia” via social di comportamenti considerati infrazioni. Cosa ne pensa?
Sui social leggo commenti molto severi, e a volte cattivi, di cittadini che lamentano il mancato rispetto delle regole da parte di altri. È giusto pretendere che le misure in vigore vengano seguite, ma attenzione a non scambiare la presenza di gente fuori per una infrazione: se i cittadini rispettano i 400 metri da casa, la distanza di sicurezza fra loro, e hanno guanti e mascherine, possono stare fuori. I 400 metri sono un primo segnale di ripartenza. La gente dopo un mese o più in casa deve pur ricominciare a respirare. È stato chiesto un sacrificio importante, ora è giusto permettere qualcosa in più. Il rispetto dell’ordinanza non va valutato dal numero delle persone per strada, ma dall’ottemperanza alle indicazioni previste per poter uscire.
Questione buoni spesa. Come sta andando la raccolta delle domande? E come procede l’erogazione?
Ad oggi, i buoni già erogati sono 52, e lunedì ne erogheremo altri. Finora abbiamo raccolto più di 330 domande, veramente tantissime. Faremo una verifica attenta, per evitare di concedere il contributo a chi non ne ha bisogno: i furbetti purtroppo ci sono anche in queste situazioni. Il numero delle richieste dice comunque di una situazione economica familiare molto ma molto preoccupante nel nostro territorio. Ci sono persone che hanno perso il lavoro, che avevano contratti stagionali che sono stati chiusi, o che sono in cassa integrazione. Cittadini che non erano conosciuti dai nostri servizi sociali, e che ora hanno chiesto questo aiuto perché si trovano in difficoltà. Stiamo facendo un ragionamento anche sulle persone che dichiarano reddito zero e che però, prima d’ora, non si erano mai rivolte ai servizi sociali: come facevano a vivere prima del coronavirus? Questa è la questione più delicata, perché l’impressione è che a fare domanda ci siano anche cittadini che prima lavoravano in nero. Noi oggi eroghiamo gli aiuti a tutti coloro che ne hanno bisogno, ma mi auguro che, finita questa emergenza, chi fino ad adesso ha lavorato con modalità non regolari una riflessione la faccia: parte dello stipendio dei lavoratori regolarizzati finisce nella cassa sociale che serve per aiutare le persone in difficoltà, e coloro che lavorano in un contesto non regolarizzato non compartecipano a questa cassa. Oggi, però, chiedono che lo Stato li aiuti. Ecco, io ritengo che dallo Stato si possa ricevere ma che allo Stato occorra anche dare. Ci tengo ancora una volta ad esprimere la mia commozione per come sta andando la spesa solidale: sono veramente tantissimi, anche coppie giovani, quelli che decidono di contribuire alla spesa delle famiglie più in difficoltà, e questa solidarietà è veramente bellissima.
Cosa ci riservano, secondo lei, i prossimi mesi? Quanto si andrà avanti ancora con l’obbligo della mascherina? E dopo l’esperienza di questo periodo, non sarà che ci abitueremo a relazionarci e a lavorare per lo più a distanza, vedendoci e parlandoci attraverso uno schermo?
Innanzitutto, i prossimi mesi ci vedranno ancora obbligati a portare la mascherina. Io credo che si andrà avanti almeno per un anno, deve diventare il nuovo modo per uscire sul territorio. L’ho già detto e lo ripeto: d’ora in poi tutti dovremo averne in casa, come abbiamo in casa i cerotti. E anche l’estate sarà vissuta mantenendo le distanze. Per quanto riguarda tutto quello che in questa emergenza stiamo riuscendo a fare a distanza, io sono convinto che lo sviluppo della tecnologia che seguirà da questa situazione avrà risvolti incredibili. E questo è importantissimo da evidenziare. Ma io, che sto gestendo una miriade di videoconferenze, devo ammettere che sono già stanco di amministrare così: resto convinto che, anche nel mio ruolo di Sindaco come in qualsiasi altro lavoro, ci sia bisogno della presenza e dell’incontro con le persone. E penso anche alle scuole. La settimana prossima, in accordo con la dirigente Federici, 35 computer dell’istituto comprensivo di Sona verranno consegnati dalla Protezione Civile a ragazzi e ragazze che ne hanno bisogno per poter seguire le lezioni da casa, con una connessione garantita per un periodo. In precedenza, ne erano già stati consegnati altri dieci. Credo che questa sia una bellissima iniziativa. Anche in questo caso, è importante sottolineare che la tecnologia, che permette alle scuole di organizzarsi con la didattica a distanza, è sicuramente un valore aggiunto. Ma va anche detto che la vita della classe, che in questo momento purtroppo è venuta a mancare, è fondamentale.