Il Sindaco di Sona Gianluigi Mazzi risponde dal Municipio alla mia videochiamata per l’ormai consueto aggiornamento settimanale. E, con la bandiera italiana che fa da sfondo all’intervista, parla del suo orgoglio per una nazione che sta combattendo e che avrà bisogno del sostegno dei cittadini anche quando questa guerra sarà finita. Perché solo con il contributo di tutti, cominciando da quello che ciascuno può dare nel proprio piccolo, si potrà veramente ripartire.
Ma per uscire dall’emergenza e costruire il futuro, occorre che adesso si continuino a rispettare le restrizioni in vigore. Se i dati registrati a livello provinciale accendono una luce di speranza, l’obbligo rimane comunque quello di restare a casa, per non vanificare gli sforzi fatti fino ad adesso. Non è semplice, soprattutto nei giorni di Pasqua e Pasquetta, e il Sindaco lo sa. Ma è un impegno richiesto per il bene di tutti.
Sindaco, che controlli ci saranno in questi giorni?
Non ho elicotteri né droni, ma seguendo le indicazioni arrivate dalla Prefettura ci siamo organizzati affinché i controlli siano severi. Ci preoccupa soprattutto Pasquetta. Ci auguriamo che la gente resti a casa, ma temiamo che qualcuno dimentichi le restrizioni in vigore e ne approfitti per spostarsi. La Polizia Locale sarà in servizio, e opererà insieme alle altre forze dell’ordine per far rispettare le regole. Chi ha un giardino, un balcone, o una terrazza può festeggiare in questi spazi; chi non li ha faccia il sacrificio di rimanere a casa: non metta a repentaglio la propria vita e non mandi in malora quanto fatto fino ad oggi.

L’impressione è che negli ultimi giorni la gente abbia ricominciato ad uscire; si vedono più persone in giro rispetto alle scorse settimane. Cosa ne pensa?
È così, da mercoledì ho notato anche io più persone in giro, anche e soprattutto in macchina. Forse prima la gente aveva più paura, adesso i dati positivi che vengono registrati stanno portando a un po’ di leggerezza; io però non voglio che questo succeda perché è la cosa più pericolosa. Ricordo che l’ordinanza in vigore fino al 13 aprile nel Comune di Sona vieta ogni spostamento non necessario; quindi anche le passeggiate restano assolutamente vietate. Per il momento le cose stanno così: non si esce. Abbiamo fatto una riunione per pianificare l’ordinanza successiva, anche alla luce delle decisioni del Governo di ieri che prorogano la quarantena al 3 maggio.
È passato più di un mese dall’inizio dell’emergenza. Il Sindaco, che continua imperterrito il suo lavoro in municipio, ha mai avuto paura di ammalarsi?
Ho sempre avuto paura per la mia salute. Fin dall’inizio, abbiamo cercato di tutelare chi lavora in Comune, eliminando gli appuntamenti in municipio ed evitando il più possibile vicinanze potenzialmente pericolose. Il Comune sta lavorando con metà personale in presenza e metà in smart working. All’interno del Municipio per comunicare ci telefoniamo e le riunioni vengono effettuate in videoconferenza.
E nei cittadini riscontra preoccupazione?
Devo dire che la sto riscontrando molto di più nei giovani, che sono molto più rispettosi delle regole che le persone anziane, quando invece ci si aspetterebbe il contrario vista l’incidenza della contagiosità su chi è più avanti con l’età. Vedo ancora qualcuno che arriva davanti alla bottega senza mascherina, e questo proprio non riesco a capirlo: ne abbiamo distribuite in tutte le case e se qualcuno non le avesse basta che chiami, ne abbiamo ancora a disposizione. Non comprendo qual è la difficoltà di indossare una protezione che salva la propria vita e consente di non mettere a repentaglio quella degli altri. Ma non sto parlando dei giovani, perché in giro i giovani non ci sono. La situazione è ancora grave, e la misura di questa gravità mi viene data dal vedere le persone in coda per il pane, un’immagine che rimanda a tempi difficili del passato e che, da appassionato di storia, mi fa riflettere. Non avrei mai pensato di vederla.
Questa settimana sono state aperte le domande per i buoni spesa, che possono essere richiesti dalle persone in difficoltà economica del territorio. Qual è la situazione ad oggi?
Abbiamo messo una prima scadenza, poi la riapriremo. Finora sono arrivate più di 200 domande, e oggi partiremo con l’erogazione dei primi 40 buoni spesa. Abbiamo fatto i salti mortali per iniziare prima di Pasqua. La pandemia sta mettendo a dura prova famiglie che non erano abituate a ricorrere ad aiuti statali o comunali per mangiare. Leggendo le domande, abbiamo riscontrato come vi siano anche persone giovani, che hanno perso il posto di lavoro e si trovano improvvisamente senza la possibilità di fare la spesa. Le persone che riceveranno il buono spesa potranno recarsi da Rossetto o all’In’S, oppure nei negozi del territorio. In questo contesto, vorrei fare riferimento anche a un’iniziativa degna di nota, organizzata con il supporto di Don Pietro di Lugagnano: si tratta della spesa solidale, pagata da cittadini che vogliono in questo modo aiutare altri in difficoltà e poi consegnata a domicilio dalla Protezione Civile.
Quando si ripartirà non sarà facile economicamente, nemmeno per il Comune. Cosa state pensando a questo riguardo?
Quest’anno a causa dell’emergenza verranno meno entrate tributarie ed extratributarie su cui fino ad ora avevamo sempre potuto contare. Questo significa che non avremo le possibilità di spesa previste dal bilancio di previsione, che era stato redatto pensando che questo sarebbe stato un anno “normale”. Se lo Stato non inietterà liquidità negli enti locali, avremo delle difficoltà rispetto agli anni passati: il Comune non andrà in dissesto finanziario, ma galleggerà. Abbiamo fatto degli incontri di giunta per condividere questa questione. Sarà fondamentale che i cittadini capiscano che avendo meno soldi avremo meno possibilità, e quel poco che potremo spendere andrà speso nel migliore dei modi, per promuovere il più possibile la ripartenza. Non si potranno quindi accontentare singole esigenze, ma occorrerà fare un ragionamento nella prospettiva di ciò che è importante per la comunità.
Si sente di mandare un pensiero a qualcuno per questa Pasqua?
Il mio pensiero più forte va alle persone malate e alle famiglie che hanno perso un proprio caro. Questa settimana, è morto un altro cittadino risultato positivo al coronavirus, il terzo dall’inizio dell’emergenza. Alle famiglie che adesso stanno soffrendo per queste perdite voglio esprimere la mia vicinanza, a nome di tutta la comunità.
E qual è l’augurio che sente di fare ai cittadini?
Quest’anno sarà una Pasqua “storica”, e mi auguro che una Pasqua così non la rivivremo mai più. Il mio augurio è di prendersi il tempo per pianificare la ripartenza: abbiamo in questi giorni la possibilità di pensare a quel qualcosa in più che tutti noi saremo chiamati a fare quando l’emergenza sarà finita. E mi auguro che il nazionalismo che sento alla tv in questi tempi possa continuare anche dopo. Mi auguro che si sappia dare qualcosa di più alla nostra nazione, perché ne avrà bisogno: penso ad esempio al fare le vacanze in Italia o all’acquistare prodotti italiani. L’orgoglio di essere italiani deve continuare anche dopo. Ora, nel nostro piccolo dimostriamolo stando a casa, perché questo vuol dire contribuire alla ripartenza dell’Italia. Mando un pensiero speciale a tutte le attività economiche: quelle aperte, che stanno lavorando il doppio per aiutare la comunità, e quelle chiuse, perché so benissimo qual è la loro preoccupazione per il futuro. Un auguro caro e fraterno va proprio a queste aziende, che per il bene dell’Italia in questo periodo si sono fermate. Quanto prima, avranno bisogno di ripartire e i cittadini, torno a ribadire, dovranno aiutarle. E voglio cogliere l’occasione degli auguri pasquali anche per ringraziare la Giunta e il Consiglio comunale, maggioranza e minoranza, per l’operosità e per il supporto al Comune e alla Protezione Civile in questo momento difficile.