Chiedere ai social di aiutarci di fronte alla scelta di un medico o di una scuola. Analisi di una (sbagliata) tendenza presente anche a Sona

Lo so che l’uso dei social come piazza virtuale dove tutti possono dire quello che vogliono è un discorso trito e ritrito. Ma recentemente mi è capitato di soffermarmi su alcuni gruppi Facebook del nostro territorio su post di ricerca di informazioni e pareri su argomenti personalissimi, prendendo i commenti di sconosciuti come un sondaggio.

Che per carità, può anche essere utile, ma il campione di ricerca non è studiato. È chiunque e può essere appropriato quanto inappropriato per quella specifica richiesta. Ho letto richieste di informazioni su pediatri, medici, scuole o asili da frequentare.

La cosa che mi destabilizza maggiormente è che così facendo si perde completamente il lato umano del confronto. Mi spiego meglio. Se mi offro per un lavoro o se cerco un appartamento in affitto o se chiedo informazioni sulla raccolta differenziata, tutte cose comunque che si possono fare (meglio) sui siti web specifici, mi confronto con estranei così come farei anche nella vita reale per avere delle risposte secche.

Ma se scrivo su Facebook che ho cambiato pediatra e chiedo “come vi siete trovati?” su un gruppo frequentato ad esempio dai residenti in un determinato Comune, quali strumenti ho per valutare la fonte e l’attendibilità dei giudizi che ricevo? Non c’è la relazione tra me e chi mi esprime il suo parere. Non lo vedo neppure in faccia.

Magari se gli avessi parlato guardandolo negli occhi non avrei preso il suo commento nemmeno in considerazione. Avete mai sentito parlare di “sensazione a pelle”? Ecco sui social sparisce quella sensazione. Ci sono quesiti così personali che richiedono per forza pareri altrettanto personali e che proprio perché così legati all’individuo non possono avere una valenza univoca.

Cerco di fare chiarezza. Un medico con cui io mi trovo molto bene e con cui ho instaurato un rapporto di estrema fiducia, come dovrebbe sempre essere, può essere considerato da un altro paziente indisponente, frettoloso o peggio ancora incompetente. Faccio un altro esempio. Se mi chiedessero come mi trovo con la mia pediatra, risponderei molto bene, mai avuto problemi, sempre disponibile. Ammetto che ho avuto la fortuna di due bambini sanissimi, al massimo il raffreddore e mai preso l’antibiotico, ma il rapporto con la loro dottoressa è esattamente così. Mia cognata, dalla stessa pediatra è scappata perché troppo fredda e quasi indisponente, che non dava mai risposte chiare.

Non si tratta di chi ha torto o ragione, ma per l’appunto di relazioni umane.

Lo stesso vale per la scelta della scuola. “Non c’è posto all’asilo nido comunale sapete com’è quello in fondo al paese?”, “Devo iscrivere i miei figli a scuola, voi come vi siete trovati?”, ma dico io: non sarebbe stato più vantaggioso chiedere alla vicina che ha figli in età scolare, a una mamma incontrata al parco giochi, alla collega che ha la sorella maestra? Il fatto un genitore sia trovato bene con un insegnante e un altro genitore no (magari entrambi dei perfetti sconosciuti) può essere considerato un dato così utile per una scelta così importante?

Arrivando quindi al punto che il sistema migliore per capire e sapere rimane sempre la ricerca di informazioni oggettive. Per le scuole ad esempio la consultazione del personale, degli organi di istituto e soprattutto del POF sulla pagina web dell’istituto. È il Piano dell’Offerta Formativa che ti dice la distribuzione oraria, i progetti didattici, gli obbiettivi preposti, l’utilizzo degli spazi scolastici e tutto quello che si deve sapere per conoscere una scuola. Inoltre, non deve mancare una visita al plesso scolastico e, se impossibilitati nei giorni delle scuole a porte aperte, basta una telefonata in segreteria e si fissa un appuntamento.

Non voglio demonizzare Facebook e tutti gli altri social, assolutamente no. Credo che possano essere delle ottime vetrine e che possano veramente sopperire alle piazze reali che sono sempre più spopolate ma credo che sia fondamentale conoscere e capire le loro potenzialità e i loro difetti.

È ancora più necessario in rete imparare a riconoscere le fonti, a saper leggere le origini di un post e soprattutto a leggerlo tutto, non basta soffermarsi sul titolo. Diventa indispensabile sui social crearsi una chiave di lettura e di scrittura intelligente perché come è vero che lì siamo connessi con un mondo intero siamo anche soli dietro il filtro di una tastiera che scherma il rapporto umano tra gli individui.

Com’è che si dice? Usare con moderazione. Ovviamente questo è il mio personalissimo consiglio.

Nata il 29 gennaio del 1976, parte attiva da sempre nella comunità di Lugagnano, con una breve interruzione per trasferimento a Decimomannu vicino a Cagliari. Ha conseguito la maturità scientifica presso il liceo Galileo Galilei a Verona e attualmente è impiegata in un’Agenzia di Assicurazioni. Sposata e madre di due figli, trova sempre il tempo per dedicarsi alla sua passione, la lettura.