In un mondo come quello contemporaneo, dettato prevalentemente da realtà virtuali e codici, anche il nostro linguaggio ha spesso delle forme codificate di interazione, preimpostate. Un esempio è il classico “Ciao, come va?” “Bene e tu?” “Bene.” Una conversazione in cui ognuno di noi vedrebbe solo superficialità e disattenzione. Un’altra forma preimpostata di interazione sono i ringraziamenti: “Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato e che hanno fatto sì che io sia arrivato qui.” Semplice, accontenta tutti coloro che si sentono presi in causa, politicamente corretto.
Ma ci si pensa mai davvero a chi da dietro tira le fila? Sono dei dettagli, persone di sfondo di cui talvolta non si nota nemmeno il lavoro, eppure senza queste persone il risultato non sarebbe lo stesso. Ce lo hanno fatto notare i Pinguini Tattici Nucleari al Festival di San Remo quest’anno: in un mondo di John e di Paul, bisognerebbe ricordarsi anche dei Ringo Starr.
Noi nel nostro Comune abbiamo una Ringo Starr. Si chiama Chiara Boscaini, abita a Lugagnano e, anche se pochi lo sapranno, ha preso parte al primo Live di X Factor di quest’anno.
Tra i 750mila ascolti su Sky Uno e i 500mila su TV8, quella sera più di un milione di persone la guardava ballare. Eppure, non tutti l’avranno forse notata. Era nelle retrovie, che si occupava di far splendere i cantanti protagonisti dello show.
“Sono stata chiamata per tre interventi durante il primo live. Ho partecipato al balletto di apertura, insieme a tutti i colleghi, i talenti e i giudici sul palco. Poi sono intervenuta all’esibizione di Eugenio Campagna che cantava Arsenico di Aiello, dove come oggetti di scena avevamo degli ombrelli neri che coprivano il viso. Infine, ho ballato all’esibizione finale di Mika. È stato uno dei momenti topici, anche per la persona con cui mi sono trovata ad interagire sul palco. Ho scoperto in lui una persona umile: ha fatto sentire noi ballerini importanti tanto quanto lui”.
Lei per il ballo ha sempre avuto una grande passione, sin da bambina. Una passione che negli anni ha voluto ampliare e far diventare una professione. “Da bambina facevo danza, ma sapevo che il mio interesse non si fermava solo lì. Ricordo ancora il primo musical che i miei genitori mi hanno portato a vedere: era Grease, al Teatro della Luna. Avevo otto, o forse nove anni. E dopo questo c’è stato Mamma Mia! e così via. I miei genitori mi hanno sempre supportata: mi portavano anche fuori Verona per poter vedere questi spettacoli. E hanno sostenuto questo mio interesse anche quando è stato il momento di scegliere il percorso di studi”.
Chiara ha frequentato dunque il liceo Michelangelo Buonarroti a Verona, con indirizzo coreutico, e poi la Scuola di Musical a Milano, diplomandosi nel 2018. Ha quindi approfondito tutte e tre le componenti artistiche del mondo dello spettacolo: la danza, la recitazione e il canto. In questa accademia continua tutt’ora a fare lezioni, tornando a Lugagnano solo nel weekend per lavorare nella trattoria di famiglia.
“Certe volte, comparandomi con i miei coetanei penso di avere qualcosa di meno, non avendo frequentato un’università. Però la verità è che ho fatto e sto tutt’ora facendo ciò che mi piace. I lavori saltuari sono purtroppo un tasto dolente del mondo dello spettacolo. Rimangono comunque tutte esperienze che fanno curriculum e che mi fanno esplorare varie realtà. A Milano insegno danza, ho lavorato come attrice alla Mostra del Cinema di Venezia, come coreografa a Fuerte Ventura e ho partecipato come cast aggiunto al musical Dirty Dancing a Milano. Ho partecipato anche a varie selezioni, che, seppur non vinte, mi hanno aiutato a crearmi un bagaglio. Lo stesso X-Factor mi ha permesso di fare esperienza, sebbene non sia esattamente quello per cui ho studiato. Le emozioni provate, come il countdown prima dell’inizio del live, le conoscenze fatte durante le prove, come il direttore artistico Simone Ferrari, mi hanno insegnato qualcosa in più, oltre che avermi lasciato un bellissimo ricordo. È stata un’ulteriore conferma di ciò che ha sempre saputo, ovvero che stare su un palcoscenico è davvero ciò che vorrei fare da grande”.
Purtroppo, come dice anche Chiara, il mondo dello spettacolo è estremamente complesso, e una domanda a riguardo sorge spontanea: che futuro si vede davanti un artista in Italia? Come si vede lei fra qualche anno? “Mi piace pensare di essere una grande sognatrice, ma sono al tempo stesso molto realista con me stessa. Non mi sono data un limite di età per smettere di sognare. Proverò ad inseguire questo sogno fino a quando ne avrò le forze e la voglia. Voglio comunque anche io un futuro sicuro, magari una famiglia bella come quella che ho avuto alle mie spalle. Non tutte le ragazze che ho conosciuto nelle mie realtà hanno questa esigenza. In ogni caso, non voglio pormi limiti, perché come dice John Lennon, la vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti. Perché ora ho ventidue anni e tutto il tempo per tentare di raggiungere i miei obiettivi e prendermi le mie soddisfazioni. Se non ci riuscissi, sarò comunque soddisfatta per averci provato con tutta me stessa, facendo sacrifici e credendo in una professione in cui pochi credono. E ho comunque un posto dove tornare, e una trattoria in cui mi piace lavorare”.