“Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?” di Johan Harstad. Perchè non basta rendersi invisibili per diventare invulnerabili

La Recensione

“La persona che ami è fatta per il 72,8% d’acqua e non piove da settimane.[…] Non tutti vogliono dirigere un’azienda. Non tutti vogliono essere i più grandi campioni del paese o far parte di svariati consigli d’amministrazione, non tutti vogliono essere i migliori avvocati, non tutti vogliono aprire gli occhi ogni mattina sul trionfo o la rovina dei titoli di giornale.[…] Qualcuno non vuole andare in TV, alla radio, sui giornali. Qualcuno vuole vedere il film, non esserlo. Qualcuno vuole fare il pubblico. Qualcuno vuol essere una ruota dell’ingranaggio. Non perché è costretto, ma perché lo vuole. Una pura questione matematica. Così io me ne stavo seduto. Qui. Qui in giardino, e non avrei voluto essere in nessun altro posto al mondo.”

Queste sono le parole di Matthias, il protagonista del romanzo, che fa il giardiniere, ma conserva dall’infanzia la passione per le missioni spaziali ed in particolare sa tutto, ma proprio tutto, della vita del suo idolo, Buzz Aldrin.

L’astronauta statunitense è famoso per essere stato il secondo uomo ad aver calpestato il suolo lunare, durante la missione Apollo 11, insieme al comandante Neil Armstrong. Quasi tutti di quell’impresa ricordano soprattutto Armstrong, ma a Matthias non interessano quelli che arrivano primi, quelli che stanno davanti, quelli che finiscono sotto i riflettori.

A lui affascina chi sta dietro, in seconda fila, chi sale secondo sul podio ma sta bene così. In Buzz Aldrin rivede alcune delle sue caratteristiche: lui è uno che ama confondersi tra la folla, stare un passo indietro, non farsi notare.

E così, dopo la fine degli studi, Matthias sceglie di fare il giardiniere e vivere tranquillo con la ragazza incontrata a scuola, Helle. Ha una dote eccezionale, quella del canto, ma non ha mai voluto ottenere successo e visibilità salendo sul palco, sebbene il suo migliore amico lo supplichi continuamente di unirsi alla sua band come vocalist.

Tuttavia nell’estate del 1999 improvvisamente la sua vita va in pezzi: la fidanzata lo lascia, il vivaio in cui lavora chiude per fallimento e lui si ritrova solo, senza un lavoro e senza la ragazza che ama fin dal liceo. Si lascia trascinare dagli eventi e non oppone resistenza quando gli viene chiesto di imbarcarsi per raggiungere le isole Faroe, dove la band del suo migliore amico terrà un concerto, promettendo di aiutare come tecnico del suono.

Non sa bene perché va, vive in uno stato di confusione e sbandamento totale, non gli importa più di nulla. Però quando scende dalla nave tutto cambia e si ritrova, senza capire come ci è finito, in una specie di casa-famiglia in mezzo al nulla, in un paesino sperduto nella parte più selvaggia delle Faroe. E qui, giorno dopo giorno, dolore dopo dolore, Matthias si arrende al fatto che anche chi è invisibile alla fine si fa notare, come un contorno bianco che si muove nel paesaggio, e non c’è modo di nascondersi. Non basta rendersi invisibili per diventare invulnerabili.

Quello di Johan Harstad è un romanzo contemporaneo straordinario, un viaggio nell’animo umano in rinascita, un inno all’amicizia, al valore dei legami. Cinquecento pagine alle isole Faroe, da cui non si vorrebbe mai tornare, se non tenendo Matthias e gli altri personaggi per mano.

La Scheda

“Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?” di Johan Harstad, Iperborea, 2011, pp.520.

Nata a Verona nel 1977, si è diplomata al liceo classico e ha conseguito la laurea in Lettere presso l'Università di Verona. Sposata, con due figli, insegna Lettere presso il Liceo Medi di Villafranca. Lettrice appassionata, coordina il Gruppo Lettura della Biblioteca di Sona.