Il Francobollo
15 ottobre 2023, 100° anniversario della nascita di Italo Calvino, #CalvinoDay: grazie a un serrato tamtam di notizie condivise sui social, è stato un evento sentitissimo da migliaia di persone. Sulla falsariga delle celebrazioni tenutesi nel 2020 per i 100 anni di Gianni Rodari, ha ispirato mostre, convegni e letture pubbliche lungo tutta la Penisola.
Un’ondata di entusiasmo palpabile che dimostra come le opere dello scrittore, assimilate durante la carriera scolastica, siano rimaste per essere poi rielaborate e interiorizzate (e amate) nelle diverse fasi della vita di ciascuno di noi.
Per l’occasione, il Ministero dello Sviluppo Economico insieme a Poste Italiane ha emesso un francobollo: il bozzettista Gaetano Ieluzzo lo ritrae appoggiato a una copia de “Il barone rampante”; sullo sfondo vi è un albero i cui rami si intrecciano con le pagine del romanzo, dove si intravede il protagonista Cosimo; a destra, un agglomerato urbano in riferimento a “Le città invisibili”.
Il bollettino è a cura della figlia Giovanna. Le sue parole, piene di orgoglio e nostalgia, ci raccontano un Calvino inusuale, appassionato di filatelia, che considerava il collezionare francobolli “la fase iniziale della sua formazione di romanziere”: “(…) li incollava fitti fitti sulle pagine di un grosso album come i tasselli di un mosaico. Testimoni muti di mondi lontani e affascinanti, rappresentavano forse i segni tangibili delle sue prime avventure mentali, i precursori dei viaggi immaginari che avrebbe intrapreso attraverso la scrittura”.
Ci sono dei trascorsi: nel 2018, l’allora Ministero dello Sviluppo Economico dedicò una emissione a quattro “eccellenze italiane del sapere” di sesso femminile, tra cui Eva Mameli Calvino, nonna di Giovanna e madre di Italo, botanica, per il grande contributo alla scienza in Italia.
L’annullo primo giorno è disponibile allo sportello filatelico dell’ufficio postale di Castiglione della Pescaia (Grosseto), dove lo scrittore è stato sepolto nel 1985. Si può trovare inoltre un annullo speciale ideato per il conferimento postumo della cittadinanza onoraria.
Il Contesto
Questo dentello si presta bene a raccontare le contraddizioni che affliggono la filatelia in Italia oggi. Senza la pretesa di essere esaustivi – ci vorrebbero diversi articoli – illustriamo le più evidenti.
La prima: il Mimit emette decine e decine di francobolli l’anno, a volte compiendo scelte azzeccate per tematica e grafica, ma… su alcuni “gravano” tariffe esose: quello in oggetto è un “tariffa B 50 grammi” da 2.75 euro, quello dedicato ai 100 anni dell’Opera Lirica Festival di Verona dello scorso giugno era un “tariffa B zona 2” da 2.45 euro, nei fatti inutilizzabili per “farli viaggiare” in Italia senza spendere inutilmente. Altri si rivelano impossibili da reperire, se non prestandosi a snervanti cacce al tesoro, come per le emissioni a tema fumetti – ricordiamo il caso Jacovitti – corredate da chiudilettera realizzati in pochissimi esemplari. Se il francobollo è bello, perché ostacolare il suo iter – dall’acquisto all’invio e/o dall’acquisto alla collezione?
La seconda parte dallo stesso assunto: il Mimit emette decine e decine di francobolli l’anno, supporti “utili” – per spedire – prima ancora che “collezionabili”; non mancano poi gli input culturali che suggeriscono di coltivare l’hobby della corrispondenza (ottobre ne è il mese per eccellenza, ha in sé la Giornata Mondiale della Cartolina l’1 e la Giornata Mondiale della Posta il 9), ma… camminando sarà capitato a molti di notare che le iconiche cassette rosse di impostazione – in cui spedire, appunto, la corrispondenza affrancata – stanno diminuendo in tutta Italia.
In ottemperanza a una recente delibera dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e in un’ottica comprensibilmente aziendale, Poste Italiane sta razionalizzando il numero e la modalità di svuotamento delle cassette obsolete perché inutilizzate. Se – di fatto e per una serie di validi motivi, uno su tutti, l’avvento della tecnologia che ha modificato le abitudini comunicative – si spedisce sempre meno, perché realizzare così tante emissioni?
L’appassionato di filatelia si pone quotidianamente queste e molte altre domande e si documenta per cercare risposte soddisfacenti. Spesso spedisce e/o colleziona percependo lo sforzo di remare controcorrente.
Parte dello smarrimento un po’ Marcovaldiano che è il leitmotiv del nostro peregrinare è stato ben descritto in un articolo del 2018 – ma ancora attuale – di Giuseppe Vatinno apparso sulla rivista online “Affari Italiani”: “(…) è un curioso fenomeno che potrebbe essere materiale per un racconto metafisico di Calvino (…) dal titolo “La sparizione dei francobolli”. Andando in giro a chiedere i rettangolini colorati si ricevono sorrisetti più o meno compiaciuti dei tabaccai che ci guardano con commiserazione… francobolli? Ma è roba di secoli fa, ora ci sono le email!”.
La Scheda
Il racconto di Calvino “L’avventura di un fotografo” è stato lo spunto da rielaborare suggerito agli autori selezionati a maggio 2019 per il blog della Biblioteca di Sona Pietro Maggi: http://biblioteca.comune.sona.vr.it/blog-online-maggio-2019/