“Casa Santa Elisabetta” della Caritas diocesana di Verona diventa simbolo della campagna 8xmille della Chiesa cattolica

La Casa Santa Elisabetta, aperta nel 2020 e situata in un ex monastero nel cuore di Verona all’ombra di Castel Vecchio, è una delle tante opere rese possibili grazie 8xmille a favore della Chiesa Cattolica.

La Casa, opera della Caritas diocesana di Verona è composta da 8 alloggi, ed è un condominio solidale per donne con figli, madri sole con figli minori, in emergenza abitativa, non solo persone provenienti da situazioni di fragilità pregresse ma anche donne cadute improvvisamente in una situazione di grande difficoltà economica per la perdita della fonte di sostentamento primaria e la difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro o a causa di una separazione e in assenza di reti familiari a supporto.

Un luogo nel quale si sperimentano l’ascolto e l’aiuto reciproco, gli alloggi autonomi accolgono i nuclei familiari che qui ritrovano una tranquillità abitativa e vivono relazioni di amicizia e mutuo aiuto.

Una sala con divani e libreria e una corte esterna permettono di costruire relazioni e trascorrere insieme il tempo libero, le donne accolte vengono incontrate, prima del loro ingresso nell’alloggio, per conoscersi ed insieme strutturare il progetto da realizzare nel tempo di accoglienza. Le ospiti firmano anche un “patto di accompagnamento” per raggiungere determinati obiettivi di autonomia. Esso impegna anche i figli: per i minori possono essere attivati dei voucher educativi per fruire di attività culturali, corsi extrascolastici ed altre opportunità formative.

La vita del condominio è curata e stimolata da una operatrice insieme ad un gruppo di volontari che svolgono un lavoro di accompagnamento quotidiano; orientano alle opportunità e organizzano laboratori e attività culturali.

Le assistite arrivano tramite la rete Caritas o su segnalazione dei servizi sociali comunali, sono donne che hanno già all’attivo un percorso ma sono prive di una rete in grado di sostenerle. A Casa Santa Elisabetta trovano il supporto necessario per dare un senso alla propria vita e per offrire un’opportunità di inserimento ai propri figli che frequentano la scuola materna e le elementari.

L’ospitalità dura al massimo 24 mesi in quanto l’obiettivo dei progetti educativi è quello di permettere loro di riuscire a trovare, alla fine dell’accoglienza, un’altra soluzione abitativa e una maggiore indipendenza.

La struttura, che, oltre all’8xmille, si avvale anche di altre donazioni e contributi per la propria sostenibilità, rappresenta anche un crocevia di iniziative per le persone inserite in percorsi di accompagnamento su vari fronti, infatti, è uno dei luoghi, in cui si svolgono gli appuntamenti di Officina Culturale, un progetto della Caritas che spinge ad attivarsi attraverso laboratori/corsi di formazione e che crea spazi di incontro e relazione tra gli abitanti dei quartieri attraverso piccoli eventi e momenti informali.

Casa Santa Elisabetta è un punto di riferimento anche dopo il termine dell’esperienza, uno spazio ponte tra l’interno e l’esterno in cui si stimolano processi di inclusione e di crescita personale.

Nella nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, Casa Santa Elisabetta è stata messa al centro, come esempio che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto, infatti, grazie ad una semplice firma, quella per l’8xmille, ogni anno migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo possono essere realizzati.

La campagna sottolinea la relazione tra la vita quotidiana degli italiani e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei gesti d’amore, piccoli o grandi gesti di altruismo che capita di fare nella vita e che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie, come afferma, il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni: L’obiettivo della campagna 2023 è far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma, abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni. Gli spot ruotano intorno al concetto del ‘sentirsi bene’ prendendosi cura del prossimo grazie ad un’opzione, nella propria dichiarazione dei redditi, che si traduce in migliaia di progetti. Chi firma è protagonista di un cambiamento ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. In ogni iniziativa le risorse economiche sono messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari che, con le nostre firme, sono il vero motore dei progetti realizzati”.

Spiega inoltre mons. Gino Zampieri, direttore della Caritas: In un contesto di individualismo diffuso e di crescenti divisioni sociali, Casa Santa Elisabetta offre a tutti coloro che ospita un temporaneo luogo di ristoro, quasi un’oasi nel deserto, pensata per ridare slancio e speranza a nuclei familiari di mamme con i loro figli. Si tratta infatti di situazioni fragili che necessitano, oltre ad un concreto sostegno materiale, anche di amicizia, vicinanza, solidarietà. Che hanno bisogno di tutte quelle risorse che non sono in vendita né si possono comprare ma che, spesso, risultano indispensabili per superare situazioni di disagio e di necessità. Casa Santa Elisabetta propone, di fatto, un contesto familiare e comunitario allargato che altrimenti queste persone non sarebbero in grado di avere. Qui gli ospiti possono sperimentare questa dimensione parentale-comunitaria, imparano assieme a costruirla e, siamo convinti, sapranno anche un giorno portarla nel contesto abitativo nel quale arriveranno a vivere con maggiore stima di sé e una rinnovata fiducia nel prossimo. Casa Santa Elisabetta, in definitiva, è un progetto che si pone nel mezzo tra le esperienze di co-housing e quelle dei condomini sociali, è uno spazio in cui vivere generosamente insieme un’esperienza di familiarità allargata, di socialità solidale”.

Prosegue mons. Zampieri: ”I fondi 8xmille rappresentano la risorsa fondamentale che ha permesso di avviare la struttura nel 2018 e che consente di fare fronte alla gestione quotidiana. Grazie ad un contributo di 500.000 euro abbiamo potuto trasformare l’immobile da monastero a casa d’accoglienza. La scelta per destinare l’8xmille è fondamentale perché non è solo una firma; dietro quel gesto ci sono storie personali, c’è un sostegno, una presa in carico, un accompagnamento. Quest’azione del cittadino è importante perché permette di realizzare una lunga serie di attività e servizi. Non costa nulla però rende molto”.

Conclude mons Zampieri: “Chiediamo agli ospiti di essere soggetti del loro percorso e di impegnarsi anche a servizio della collettività. Molti, una volta reinseriti nella società, continuano a sentirsi legati alla Casa e si trasformano da assistiti in volontari. Questa, per noi, è una ulteriore e bellissima vittoria”.

Barbara Simoncelli, responsabile dell’area progetti e coordinamenti di Caritas Verona, aggiunge: ”Il patto di accompagnamento mantiene le donne protagoniste attive del proprio percorso, con l’obiettivo di accrescere la propria autostima in un momento di difficoltà”.

“L’importanza di quest’opera per la comunitàspiega Lucia Di Palma, operatrice –, è fare un’esperienza di accoglienza e sperimentare concretamente che aprire le porte è un guadagno. Non c’è da perdere nell’accoglienza, ne vale sempre la pena”. Elisa, una delle mamma accolte con i suoi figli racconta: “La prima volta che ho visto la casa ero senza parole. Non pensavo che stesse succedendo a me. Ero felicissima”. Aggiunge Ibtissam, un’altra mamma: “I bambini si sono legati tanto fra loro e stanno giù nella corte a giocare insieme. La cosa bella di questa coabitazione è che ci sosteniamo a vicenda”.

Qui sotto il video relativo alla Casa Santa Elisabetta raccontata, attraverso la testimonianza di mons. Zampieri, degli operatori e degli ospiti, un’opera che offre un sostegno tangibile nel segno dell’inclusione sociale e dell’aiuto reciproco.

Nato nel 1980 residente al Basson da generazioni, ragionerie diplomato all’Istituto Tecnico Commerciale Anton Maria Lorgna. Lavora al Consorzio di Bonifica Veronese da quasi vent’anni. Adora la compagnia, la buona cucina, viaggiare e passare del tempo con i suoi cani. Oltre a scrivere, grazie alle patenti conseguite, realizza video ed immagini con l’uso di droni.