Il Consigliere Gianmichele Bianco – da poco passato in Consiglio Comunale a Sona dagli scranni de L’Incontro a quelli del Gruppo Misto – risponde alla lettera aperta di Lucio Santinato, pubblicata stamattina su questo sito.
Caro Lucio,
non ho ben inteso perchè una scelta che è e rimane solo di strategia politica ora venga riformulata verso di me, di noi, come mancanza di dignità. Mi piace sempre pensare che chi usa termini li conosca bene; sono andato a vedermi il termine dignità, che si potrà verificare su wikipedia. Con il termine dignità, si usa riferirsi al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione. E ancora: il concetto di dignità dipende anche dal percorso che ciascuno sceglie di compiere, sviluppando il proprio “io”.
Mi hanno molto colpito queste frasi. Forse ritieni il mio valore morale troppo basso? O la mia onorabilità troppo limitata? O mi impedisci di sviluppare il mio personale “io”? Già, forse è quest’ultimo che intendi: se il mio io fosse uguale al tuo io, allora sì, sarei degno, onorabile, moralmente elevato?
E invece della mia scelta mi ritrovo a dover difendere la dignità della mia persona. Scelta che il baco ha ben riportato. Una scelta che è molto semplice, lineare: si vuole arrivare a portare quei valori che abbiamo costruito a governare Sona? La mia risposta è sì, ma se si pensa che io possa nuovamente mettere assieme PD, Orizzonte, Maestrale, Modello Paese, UDC, parte di Lega, parte di PDL, verdi, rifondazione e singoli cittadini nell’Incontro del 2013… bhè, allora, io penso che sia un po’ complicatino. Se tu non la pensi così, non hai che un’alternativa: affidarti a “gambe umane più dignitose” delle mie e portare avanti la tua idea. Io però voglio cercare una risposta. Mia.
E mi sono guardato indietro. Ho partecipato fin dall’inizio alla fondazione de L’incontro. Ho dialogato con Maestrale, Modello Paese, UDC, Orizzonte e PD. Ho dialogato con componenti del PDL e della Lega. Ho dialogato con persone non schierate perchè avevo e ho in mente un modello “onorabile” e “morale” di sviluppo del paese. Siamo arrivati ad un pelo dal vincerle quelle elezioni. Ma le abbiamo perdute, pur con il programma migliore (che io sbandiero e sbandiererò sempre, perchè quel modo di fare il programma e di scriverne i contenuti è anche mio. Guai a togliermi quella paternità). E allora che fare? Ho la possiiblità “morale” e “dignitosa” di dire a quel 40% di elettori che voglio provare una strategia diversa per governare Sona?
E quindi ho iniziato fin da subito a darmi da fare. In questi due anni ho mandato e fatto decine di emendamenti, interrogazioni, sollecitazioni, incontri, discussioni, ho scritto decine di interventi sul forum, ho mandato articoli al baco, all’arena, ai giornali (ricorderai la protesta della scuola di lugagnano: non sono uscite per caso le Tv e quell’organizzazione di quello sciopero di un’ora non è dovuto al caso). Ho partecipato ad incontri de L’Incontro, scusa il gioco di parole, dove molti tra gli amici e dei candidati consiglieri che erano con noi alla stesura del programma non c’erano.
Abbiamo chiesto aiuto per comunicare meglio le nostre cose, fare volantini, scrivere delibere, ipotizzare strategie. Ma non c’erano molti degli amici e dei candidati consiglieri. Non è un problema non esserci, Lucio: tutti facciamo delle scelte e abbiamo impegni. Io ho scelto di sacrificare parte del tempo della mia famiglia per fare “queste cose che non hanno lasciato segni” come dici ma, sai, non potevo non dormire per fare tutto io o tutto noi. Avevamo bisogno di aiuto, l’abbiamo gridato ma, ripeto, ognuno fa scelte e ha impegni. Dignità? Onorabilità? Valori morali? No, solo scelte.
La discussione di questa strategia è cominciata in ottobre/novembre all’incontro che abbiamo fatto tra i sostenitori dell’Incontro e tra i candidati consiglieri. Ti avranno riferito che la più alta critica alla mia domanda di “quale strategia” è stata: la minoranza è un ruolo di resistenza, punto e basta. Resistere a cosa? Adesso forse lo so: resistere in quella posizione per evitare che altre scelte che si hanno intenzione di compiere per portare avanti dei valori ti mettano all’indice come non onorevole, non morale, senza valori nè dignità. Per il solo fatto di avere strategie diverse. Tra l’altro, chi mi aveva appioppato tali critiche e altre (per il solo fatto di fare una domanda sulla strategia) non l’ho più visto nè sentito nei mesi successivi.
La mia scelta è dignitosa tanto quanto lo sono le tue. E finisco così: se fallisco nel mio tentativo di portare i valori costruiti ne l’Incontro (che sono anche i miei, lo ripeto) al governo del comune, io mi ritiro a vita privata. Ho tante altre cose da fare. Ma sono sicuro che ci sarà un altro che mi dirà, a quel tempo, che non è dignitoso, di valore, morale fare così e ritirarsi dopo tutto quel can can. Ne sono certo. Porterò pazienza e tirerò un bel sospiro.
La vita è complessa. Non finisco con citazioni poetiche simpatiche ma che esplicitano l’uso di parole molto pesanti. E’ stata una bella scelta la tua quella di finire con quella citazione. Dopo questa mia lettera, però, non ho la forza mentale di andare a ricercare poesia. Mi viene solo tristezza a pensare che sia non dignitoso tutto ciò che non rientra in determinati modelli mentali.
Gianmichele Bianco