Il sabotaggio goliardico era stato preannunciato, e si è puntualmente avverato, anche se ha creato strascichi polemici forse non previsti. Ma andiamo con ordine.
Ancora in occasione delle elezioni dello Tzigano di Lugagnano dello scorso primo febbraio l’OLM, Organizzazione per la Liberazione di Mancalacqua – nota associazione goliardica del paese – aveva preannunciato iniziative per protestare contro la decisione del Comitato Carnevale di Lugagnano di non far attraversare la zona di Mancalacqua all’annuale sfilata carnevalesca. Alle promesse erano poi seguiti dei volantini affissi per Lugagnano che promettevano clamorose azioni in occasione della sfilata e, infine, una telefonata di una settimana fa alla redazione del Baco che avvertiva: “attenzione, siamo tornati”.
Ed ecco che si arriva a domenica 15 marzo, giorno della grande sfilata. Lugagnano è piena all’inverosimile di persone assiepate lungo i bordi delle strade per godersi la kermesse carnevalesca, tantissime le maschere e moltissimi i carri. Ad aprire il corteo addirittura il sindaco Gualtiero Mazzi vestito da sceriffo.
Tra gli altri è presente il carro allegorico “L’Ape Ritivo – I Bacani della Rizza”, che non desta sospetti e che inizialmente si limita a rallentare l’intero corteo ma – arrivato all’incrocio tra via Pelacane e via XXVI aprile – addirittura si blocca, simulando un guasto tecnico, e di fatto interrompendo l’intera sfilata.
Il blocco dura parecchi minuti, tanto che moltissimi spettatori, pensando che la manifestazione sia finita, se ne vanno a casa – per la verità abbastanza delusi – perdendosi sicuramente la parte più interessante e corposa della sfilata. Trascorsi circa venti minuti il carro della Rizza di colpo riparte, srotolando con un colpo di scena le insegne dell’OLM e svelando lo scherzo.
A questo punto si registra un battibecco tra uno dei maggiori organizzatori della sfilata, Francesco Gasparato del Comitato Carnevale, e i presenti sul carro. Lo stesso Francesco Gasparato che già era stato oggetto la mattina della sfilata di un provocatorio volantino – sempre dell’OLM – che recitava “Francesco Gasparato, meglio un giorno da leoni che 364 da pecore”.
Il Comitato Carnevale, pur dicendosi molto soddisfatto dell’enorme partecipazione di pubblico e di maschere, si è rammaricato di quanto accaduto. “Un conto è la goliardia, sempre ben accetta – hanno dichiarato gli organizzatori – ed un conto sono azioni che rischiano di rovinare il lavoro di un anno e un evento che coinvolge un intero paese”.