Sono trascorsi oltre due anni dalle elezioni amministrative che sancirono la riconferma dell’attuale Amministrazione Comunale. Durante quella campagna elettorale, uno dei temi più caldi, su cui si accese un aspro dibattito, fu certamente il destino del campo nomadi localizzato a ridosso degli impianti sportivi e della casa di riposo di Lugagnano (nella foto Pachera), in via le Mase.
Su una cosa si era tutti concordi: quel campo non poteva rimanere lì. Tuttavia, sulle soluzioni da adottare per porre rimedio alla situazione, era emersa una profonda diversità di vedute: l’Amministrazione uscente, da tempo aveva individuato un’area dove ricollocare le famiglie nomadi in via Liguria, in zona Grande Mela, incontrando la forte opposizione della minoranza, che non riteneva quella zona adatta.
Contro la decisione di creare in quella zona “un’area di sosta a lungo termine” nel febbraio del 2018 vi era stato anche il ricorso al TAR di dieci ditte presenti nella zona industriale attorno alla Grande Mela.
“Da quanto ricordo io – aveva spiegato l’Assessore Dalla Valentina al Baco -, tutta la vicenda ebbe inizio circa quarant’anni fa. In quegli anni si insediò a Lugagnano la famiglia di Giovanni Renar. In un primo momento, stanziarono nei pressi delle Beccarie e successivamente, nella zona di via Dalla Chiesa. Infine, negli anni ’80, quando anche quell’area fu edificata, decisero di trovare nuova collocazione nel campo dove tuttora risiedono. In tutti questi decenni, quello che inizialmente era un unico nucleo familiare, ha avuto una ricca progenie, sicché sia il numero di abitanti del campo sia lo spazio da esso occupato sono notevolmente aumentati. Senonché le scelte urbanistiche delle Amministrazioni Comunali che si sono succedute negli anni, indicarono proprio in quell’area, la zona dove far nascere gli impianti sportivi del paese. Quando nel 2013 si insediò l’attuale maggioranza, avevamo un’idea ben precisa di come sarebbe dovuto essere per noi lo sviluppo del paese e il potenziamento delle aree sportive: la nostra progettualità urbana non prevede che ci possa essere un accampamento nel bel mezzo dell’area dedicata allo sport”.
Ma veniamo ad oggi. Per ora il campo resta dov’è, nonostante nel settembre 2019 l’Amministrazione Mazzi avesse dichiarato al Baco che la situazione si sarebbe risolta entro l’anno, con lo spostamento delle famiglie nella nuova area di via Liguria.
Ora, ad un anno di distanza da quelle dichiarazioni, e con la situazione ancora al palo, il Consiglio Comunale di Sona ha approvato nella seduta del 23 luglio il “Regolamento per la gestione dell’area di sosta di via Liguria in Lugagnano di Sona”. Un passo che finalmente potrebbe portare a qualche risultato concreto.
“La risoluzione del problema – ha dichiarato il Sindaco Mazzi in Consiglio comunale – l’abbiamo trovata condividendo con chi poi, in questo caso la famiglia Renar, dovrà accogliere questo Regolamento, perché è fondamentale che tra l’Amministrazione e in questo caso alcuni cittadini ci sia un rapporto schietto, diretto, preciso, quindi vengano ben definite quali sono le regole. E siamo convinti che si possa arrivare al risultato voluto anche attraverso quello che è stato il mio dialogo mantenuto in questi mesi anche con gli imprenditori vicini a via Liguria. Li ho convinti, proprio anche perché hanno capito la bontà dell’operazione e che non stiamo parlando di una situazione grave, ma di un inserimento, stiamo parlando di un progetto che permetta veramente la condivisione di spazi e la convivenza”.
A lui ha ribattuto Edgardo Pesce della Lega Salvini Premier, che dichiarando che come Consiglieri di minoranza non avrebbero votato contro il provvedimento ma si sarebbero limitati ad astenersi, spiega anche che “Notoriamente noi della Lega siamo contrari ai campi nomadi, questa è una premessa che tendo a fare, anche perché il nostro gruppo insieme al gruppo Progetto Comune, soprattutto in campagna elettorale, si è battuto fortemente contro questa gestione dell’area sosta. Ma questa sera non stiamo parlando di quest’area sosta che è stata da voi individuata e attuata, ma stiamo parlando di un regolamento. Ne abbiamo parlato in commissione e abbiamo sollevato alcune questioni, alcune questioni sono state chiarite e riteniamo che l’adozione di un regolamento sia una cosa giusta perché si vanno a mettere delle regole su una situazione notoriamente precaria da diverso tempo”.
Ma cosa prevede il regolamento adottato in Consiglio comunale? Il testo, composto da dodici articoli, indica alcune regole per il Comune e per i nuclei familiari Sinti, da tempo residenti a Lugagnano, che andranno ad abitare in quell’area attrezzata in Via Liguria.
Tra queste regole, si prevede innanzitutto che nell’area è consentita la permanenza solo alle persone autorizzate ed elencate nella concessione, che non subiscano, nel periodo di vigenza della concessione, condanne penali passate in giudicato per reati aventi natura non colposa. Inoltre, l’occupazione non autorizzata delle piazzole da parte di persone assegnatarie di altri spazi all’interno dell’area, comporta l’immediata revoca della concessione. Verrà inoltre nominato un rappresentante di residenti nell’area attrezzata, che avrà il compito di relazionarsi con il Comune.
Le concessioni delle singole piazzole hanno durata quadriennale e sono rinnovabili. La concessione e l’occupazione della piazzola comportano l’obbligo di pagare un canone con periodicità semestrale il cui ammontare viene determinato dalla Giunta comunale.
Il Comune ha l’obbligo di intervenire a proprie spese per fare fronte agli interventi di manutenzione straordinaria, derivanti anche da atti di vandalismo che interessano i beni di proprietà comunale, tranne nel caso che tali interventi siano dovuti azioni colpose o dolose degli assegnatari. In quel caso l’onere della manutenzione ricade su chi vive nell’area.
Interessante l’art. 8 del Regolamento che prevede che le famiglie che vivono in quell’area attrezzata devono garantire l’assolvimento degli obblighi scolastici da parte dei minori residenti nell’area; mantenere in buono stato i beni e le attrezzature comunali ed i servizi presenti all’interno dell’area di sosta; impedire il formarsi, all’interno dell’area, di rifiuti; curare la pulizia della piazzola assegnata, degli spazi e dei servizi comuni; rispettare le normative vigenti in materia di utilizzo delle bombole di gas, degli allacciamenti alle prese dell’energia elettrica, dell’acqua e agli scarichi dei vari moduli abitativi; provvedere autonomamente all’allacciamento all’energia elettrica e all’acqua, pagando i relativi corrispettivi; assolvere agli obblighi relativi al pagamento dei tributi e dei corrispettivi comunali; sostenere le spese per la manutenzione ordinaria delle strutture e dei servizi presenti nell’area di sosta; non svolgere attività all’aperto che possa causare disturbo ai confinanti e alla quiete pubblica; impegnarsi a presentare domanda per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare o di edilizia pubblica convenzionata e aderire al progetto socio-educativo proposto dal Comune.
Su tutto dovrà vigilare il Comune, che in base al Regolamento effettua controlli periodici con cadenza almeno trimestrale.
Ora, fatto il Regolamento, si dovrà vedere quando realmente quelle famiglie si sposteranno dall’area di via Le Mase alla nuova di via Liguria, chiudendo definitivamente la questione.