“Cà di Capri: vietare il car fluff”, il Comitato Cittadini ricorre al TAR

Come già avevamo dato notizia su questo sito, l’annosa questione della Discarica Cà di Capri di Lugagnano aggiunge un nuovo capitolo. Il Comitato dei Cittadini di Lugagnano ha infatti presentato ricorso al TAR per l’annullamento della delibera regionale 2814/2013 che autorizza la riapertura della discarica Ca di Capri. Questo a seguito di quanto era successo nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Sona dello scorso 12 marzo, quando il Consiglio aveva deliberato di non proporre ricorso ma di fornire ogni sostegno tecnico e giuridico al Comitato. Tra l’altro, a rendere la materia ancora più spinosa, era poi arrivata la novità che, mentre il Consiglio Comunale ne discuteva, la discarica nel frattempo era già stata dissequestrata da dieci giorni senza che nessuno ne avesse notizia. Ed ora, come si diceva, arriva il ricorso del Comitato dei Cittadini.

 

“Sette anni dopo il sequestro della magistratura – spiegano dal Comitato – la ditta Rotamfer ha ottenuto l’autorizzazione a conferire lo stesso tipo di rifiuto (car-fluff) all’origine di numerosi problemi di inquinamento, motivo per cui le autorità avevano ordinato la messa in sicurezza obbligatoria del sito. Per gli stessi motivi, nel 2010, la Regione aveva autorizzato la riapertura vietando però il car-fluff, proprio perché considerato pericoloso e causa degli incendi noti alla popolazione di Lugagnano. Evidentemente, però, l’insistenza paga perché con quest’ultima autorizzazione la ditta Rotamfer può ricominciare a depositare gli stessi rifiuti previsti prima dello scandalo ‘Money fluff’. Come se niente fosse successo, insomma. La scelta, oltre a sembrare priva di buon senso, presenta numerosi vizi di legittimità che sono alla base del ricorso presentato dal Comitato cittadini”.

 

“L’autorizzazione è infatti in contrasto con numerose disposizioni regionali tra le quali spiccano il Piano di Tutela delle Acque ed il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che vietano esplicitamente gli impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi e pericolosi nella fascia di ricarica degli acquiferi. In queste zone c’è infatti il rischio che il percolato, il liquido di risulta dello stoccaggio dei rifiuti, penetri nel terreno portando con se gli agenti inquinanti fino alle falde sotterranee. Ma vi è di più. L’autorizzazione concede alla Rotamfer di derogare ai limiti di ammissibilità delle sostanze tossiche consentite dalla legge tanto da comportare una modifica sostanziale della tipologia di discarica: Ca di Capri diventa a tutti gli effetti una discarica di rifiuti pericolosi. Alla faccia della messa in sicurezza! Per queste ragioni – proseguono dal Comitato – la decisione regionale sembra in contrasto con il concetto stesso di messa in sicurezza e con il principio di precauzione che significa: prima di tutto impedire il propagarsi degli inquinanti per garantire la sicurezza sanitaria ed ambientale. Insomma, consentire il deposito di car-fluff sembra veramente spianare la strada ad un ampliamento della discarica, con buona pace della sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Infine, con un abile sostituzione di parole, nella nuova autorizzazione è scomparso l’obbligo del gestore di curare la dismissione dell’impianto!”

 

“In buona sostanza è cambiata la volontà di far dismettere l’impianto e di approvare un vero progetto di messa in sicurezza ed è stato approvato un nuovo progetto di ampliamento con tipologie di rifiuti ancor più pericolosi di quelli originariamente autorizzati. La situazione ci preoccupa moltissimo e per questo il Comitato, nelle prossime settimane, organizzerà una nuova assemblea pubblica per spiegare in modo approfondito i problemi e le soluzioni alternative. Rivolgiamo quindi un accorato appello a tutti per fermare la riapertura così come autorizzata dalla Regione. Con la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente – terminano dal Comitato dei Cittadini di Lugagnano – non si può scherzare”.

 

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