La Recensione
Il 28 settembre, dopo essere stato apprezzato al Festival del Cinema di Venezia, arriva sulla piattaforma Netflix “Blonde”, il film che ripercorre la vita di Marilyn Monroe, prodotto da Brad Pitt e interpretato da Ana de Armas.
Si ispira ad un romanzo biografico famoso soprattutto negli USA, di una delle più grandi scrittrici americane contemporanee, Joyce Carol Oates. In “Blonde” la Oates ci racconta la vita tormentata dell’attrice più desiderata al mondo ma nel contempo drammaticamente sola, trattata spesso come una bambolina senza cervello, quando in realtà Norma Jeane Baker non lo era affatto.
Si era abituata a essere umiliata pur di ricevere un briciolo di amore e attenzione, che nel privato, fin dall’infanzia, le erano stati negati. Tutti desideravano Marilyn, ma pochi volevano veramente Norma Jean. Pur avendo avuto molti flirt ed essendosi sposata più volte, pochissimi uomini la amarono davvero e per questo probabilmente finì di vivere a soli 36 anni, infelice, povera e sola, a Los Angeles.
Alla sua morte non possedeva nemmeno abbastanza denaro per un funerale dignitoso. ”Alcune persone dicono che si sia suicidata. Non penso che sia necessariamente così. Penso sia morta di qualcosa come una disperazione estrema”, sostiene l’autrice del romanzo.
“Blonde” è una biografia lunghissima ma intensa e commovente, anche disturbante, dove emerge nettamente la straordinaria capacità della Oates di scavare nella psicologia sfaccettata della più grande diva di Hollywood e vedere il suo malessere, la fatica di vivere, di accettare le condizioni dello star system, la disperata fame d’amore di una che veniva considerata solo bella e svampita, quando in realtà Marilyn era una donna colta, talentuosa e stanca di ricevere anche oltre i trent’anni copioni sempre uguali, dove le si chiedeva di fare semplicemente la svenevole.
Quando si finisce di leggere “Blonde” non si può che voler bene a questa donna, provando una pietà profonda e nel contempo rendendosi conto della sua personalità complessa, che si mostrava al mondo solo in parte. La Monroe era molto, molto di più della bomba sexy di cui si era invaghito persino Kennedy, in un mondo marcio come quello di Hollywood, che la osannò ma fu capace anche di trascinarla verso il baratro, sfruttando le sue fragilità.
“Quando invece non c’è nessun regista, allora il tuo regista devi essere tu. Non c’è un copione che ti guidi? – allora il copione devi scrivertelo tu. Sperando di capire, con questo sistema semplice e chiaro, il vero significato di una scena che ti è sfuggito mentre la vivevi. Il vero significato di una vita che ti è sfuggita nella fitta nebbia del viverla.”
La Scheda
“Blonde” di Joyce Carol Oates, 2000, Bompiani, pp.1320.