Black Mirror e quella politica che a Sona (non) vorremmo

Black Mirror è una celebre serie televisiva trasmessa sulla piattaforma multimediale Netflix, conosciuta per i toni graffianti, le tematiche pessimistiche e i contenuti talvolta disturbanti che conducono lo spettatore ad inevitabili e profonde riflessioni. Al termine di ogni episodio risulta naturale chiedersi: quanto siamo distanti da ciò che stiamo vedendo?

Ogni puntata è incentrata su un aspetto della tecnologia odierna. Non si tratta di fantascienza pura (navicelle spaziali, viaggi nel tempo, alieni), ma di una distopia del reale: prendiamo i social networks, l’eutanasia, la pornografia online, la privacy, la realtà multimediale, la comunicazione, e vediamo cosa succede se ne estremizziamo un aspetto e potenziamo gli istinti umani più viscerali.

Black Mirror dedica un episodio anche alla politica: il terzo della seconda stagione s’intitola “Vota Waldo!”.

Ci troviamo in Inghilterra, ma in una località di fantasia, Stentonford: l’esponente del partito conservatore si dimette a causa di uno scandalo sessuale, e vengono indette delle elezioni suppletive. I due sfidanti principali sono Liam Monroe del Partito Conservatore e Gwendolyn Harris del Partito Laburista, l’uno favorito e l’altra interessata soprattutto a mettere sotto i riflettori la propria persona piuttosto che vincere.

Waldo è un orsetto blu, digitale, animato a distanza dietro alle quinte da un comico fallito, James Salter. Da volgare e sboccato personaggio televisivo, a pungente satirista politico, a impensabile candidato alle elezioni locali, Waldo diventerà il terzo polo politico in grado di mettere in crisi i due già esistenti.

L’orsetto blu non ha un programma né uno spirito di cittadinanza, eppure riscuote un successo via via crescente. La sua tattica non sta solo nel sarcasmo schietto, nelle battute politicamente scorrette e nelle frecciatine di cattivo gusto, ma anche negli attacchi diretti e nella demolizione fine a se stessa della controparte.

Anche se può sembrare, nella puntata non c’è alcun fatto o personaggio ispirato alla realtà. Si prende la realtà così com’è e la si distorce. Waldo, che è una finzione all’interno della finzione stessa, diventa progressivamente il protagonista del racconto e la chiave di lettura del reale.

La politica in Black Mirror è sia un teatrino in cui le argomentazioni sono spazzate via dai turpiloqui, sia un ring in cui ha la meglio chi fa la voce più grossa, e la comunicazione è ridotta sempre e solo ad un attacco, spesso personale. Un confronto tra politici senza una parolaccia o uno sproposito, infatti, viene meno, in quanto in termini di competizione ha più importanza la forma piuttosto che la sostanza.

Tra le espressioni più lapidarie, dissacranti e scurrili dell’orsetto digitale vi è:

You’re a joke! You look less human than I do and I’m a made-up bear with a turquoise cock.

Se la classe dirigente è contestata come vuota, Waldo stesso rappresenta quell’elettorato privo di valori, (sempre) scontento e inappagato. E sta tutto qui il messaggio della puntata di Black Mirror: una critica sferzante alla cittadinanza, che è il riflesso stesso dei (pessimi) politici eletti e che abusa del proprio diritto di voto, riducendolo ad uno strumento parossistico con cui esprimersi.

Come abbiamo scritto in un precedente articolo, anche a Sona pian piano sta prendendo piede la campagna elettorale per le amministrative della prossima primavera (sia locali sia nazionali). E badiamo bene: una campagna elettorale ha senso finché il confronto tra i candidati si basa su contenuti propositivi e di interesse pubblico.

Ben vengano le critiche, qualora abbiano fondatezza e senso. Nel periodo storico che stiamo vivendo la cittadinanza ha bisogno di personalità forti e di spessore; è impensabile creare una discontinuità positiva con il passato senza proposte e contenuti concreti e realizzabili.

Staremo a vedere.

PS la serie Black Mirror è consigliata ad un pubblico maggiore di 14 anni.

Qui sotto il trailer dell’episodio:

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.