Ballottaggio a Sona: analisi di un risultato sotto diverse prospettive

È stato un testa a testa fino alla fine il risultato del ballottaggio di lunedì scorso: con 14 sezioni scrutinate su 15 il vantaggio del candidato Corrado Busatta su Gianfranco Dalla Valentina era di appena 4 schede. Ufficializzato, poi, lo spoglio dell’ultima sezione, lo strappo di Dalla Valentina su Busatta è netto, totalizzando il 51,14% dei consensi (3.246 voti) e staccando dall’avversario (solo) 145 voti.

Il conteggio dei voti è necessario per decretare una vittoria o una sconfitta, ma non sufficiente per delineare il contesto: come abbiamo già scritto, i numeri hanno anche un peso e permettono di mostrare un risultato sotto diverse prospettive.

Partiamo dalla mappa geografica del risultato elettorale. Per la prima volta dopo parecchi anni di tornate elettorali non è stata la frazione di Lugagnano a determinare il nuovo sindaco: benché la frazione più popolosa del nostro Comune abbia attribuito a Busatta la porzione più ampia e corposa di consensi (55% contro il 45% di Dalla Valentina), ossia 317 voti in più che gli hanno consentito di rimanere in vantaggio sull’avversario anche mentre incassava la perdita a Sona e Palazzolo (dove Dalla Valentina era in vantaggio di 179 schede in tutto), l’ago della bilancia è stato, tuttavia, San Giorgio in Salici, che ha permesso a Dalla Valentina di vincere, grazie al trionfo di 66% dei consensi in quest’ultima frazione.

Proseguiamo, ora, con le preferenze verso ciascun candidato. Al ballottaggio Busatta ha totalizzato 3.101 voti, ossia 199 in più rispetto alle preferenze del primo turno (2.902); Dalla Valentina, invece, ha capitalizzato ben 1.147 voti in più rispetto al 14 e 15 maggio, quando ha raggiunto il secondo posto con il 26,9% dei consensi (2.099 voti), in vantaggio a sua volta su Monia Cimichella solo di 25 preferenze.

Alla luce di queste preferenze “aggiunte” rispetto al primo turno, è doveroso formulare la premessa principale della nostra analisi: chi ha votato i candidati Busatta e Dalla Valentina il 14 e 15 maggio tendenzialmente non ha cambiato idea nelle due settimane successive, votandoli nuovamente al ballottaggio. Il surplus di voti (rispettivamente, come scritto sopra, di 199 e 1.147) deriva sostanzialmente dagli elettori che in precedenza hanno espresso la preferenza sui candidati Cimichella o Carlo Antonio Mazzola.

L’apparentamento della settimana precedente fra Cimichella e Dalla Valentina ha indubbiamente giovato a quest’ultimo, dato che si è aggiudicato la fetta maggiore di questo surplus di voti. Tuttavia, l’apparentamento non ha comportato un travaso automatico di preferenze da una candidata all’altro. O, almeno, non automatico in tutte e quattro le frazioni.

Facendo le dovute proporzioni con l’affluenza durante i due turni di elezioni (complessivamente in calo di oltre 10 punti percentuali), mentre a Palazzolo e San Giorgio in Salici i risultati elettorali hanno pressoché seguito il copione dell’apparentamento, a Sona e Lugagnano l’esito è stato più o meno sporcato dall’astensionismo.

Possono essere molteplici i motivi che hanno scavato nella morsa dell’astensionismo (che in tutto il Comune ha raggiunto il 54,03%): vuoi un calo fisiologico in previsione del ballottaggio, vuoi una disaffezione nata dall’apparentamento, vuoi una rappresentatività di candidati ridotta, vuoi una campagna elettorale che soprattutto nell’ultima settimana ha preso una piega fastidiosa e talvolta aggressiva, polarizzando gli elettori senza sforzarsi ad attirarne di nuovi. Fatto sta che poco più di un cittadino su due non ha votato, compresi quei 1.462 votanti che si sono recati alle urne al primo turno.

Tra primo e secondo turno, infatti, la forchetta dell’astensionismo è stata più ampia a Sona (il calo di affluenza è stato pari al 12,4%), mentre più stretta a Lugagnano, dove si è recato alle urne il 9,3% di votanti in meno. Alla luce di questi dati (sempre poco confortanti sotto ogni aspetto), a Sona Busatta ha subìto una sconfitta importante, non tanto per il risultato elettorale (46% contro il 54% di Dalla Valentina), quanto piuttosto per il terreno ceduto rispetto al primo turno, avendo perso ben 56 preferenze (che sono più del doppio di quelle “guadagnate” a Palazzolo, ad esempio). A Lugagnano, d’altro canto, Dalla Valentina, nonostante una crescita importante dei consensi, non ha beneficiato in toto degli effetti dell’apparentamento.

L’analisi sui numeri rappresenta il primo passo per addentrarci ora nelle conclusioni politiche. Perché il risultato elettorale non sancisce una sola sconfitta o una sola vittoria.

Insieme a Busatta il primo sconfitto è il partito Fratelli d’Italia. Come abbiamo già scritto, tutti i partiti sono usciti male da questa campagna elettorale, ma è il partito di Giorgia Meloni a subire la sconfitta più bruciante, visto che lo stesso Alberto Dalla Pellegrina, referente del circolo di Sona, già a inizio anno aveva sottolineato al Baco che un centrodestra disunito come alle ultime elezioni a Verona sarebbe stato “un errore da non ripetere”; la scelta, inoltre, di mantenere il piede in due staffe (“Abbiamo diversi amici sia nella coalizione di Busatta sia nella coalizione di Dalla Valentina”, così dichiarava pubblicamente l’On. Ciro Maschio il 23 marzo scorso) non ha affatto pagato, rivelandosi un contenitore semi-vuoto di preferenze in proporzione ai voti di lista raccolti. Riconoscere e poi perseverare nello stesso errore, per di più dopo aver dichiarato che c’era la possibilità di procedere diversamente, sembra il capolavoro di un disastro politico.

Il secondo sconfitto è l’ex sindaco Gianluigi Mazzi; il voto dei due turni elettorali è stato, in fin dei conti, l’epilogo della tragedia dell’ultimo Consiglio comunale di fine aprile: una sconfitta che (forse) ha poco di politico, visto che oltre due terzi degli amministratori uscenti e provenienti dal suo gruppo originario hanno preferito creare una discontinuità (anche amministrativa) nei suoi confronti. Scacco matto.

Gianfranco Dalla Valentina è insieme a Monia Cimichella il vincitore di queste elezioni, grazie alla matrice civica dei loro gruppi su cui pesa il baricentro della loro coalizione: come abbiamo scritto nella precedente analisi, niente come il peso specifico delle liste civiche è stato in grado di spostare i voti degli elettori e costituirà un perno fondamentale per regolare i rapporti di forza all’interno del Consiglio comunale, sia nei confronti della minoranza sia all’interno della maggioranza.

Maggioranza che, pur avendo ora sanato quella spaccatura in seno all’amministrazione precedente, avrà necessità di leadership e di realismo politico, oltre alla necessità di non dimenticare tutti quei giovani rimasti fuori dal Consiglio comunale, sia vincitori sia sconfitti, che si sono affacciati alla politica e attivati in questa campagna elettorale e che hanno rappresentato un’officina di idee sempre vivace e innovativa.

Per conoscere tutto sul voto a Sona consulta la sezione speciale del nostro sito dedicata alle elezioni amministrative 2023.

Nato nel 1994 e originario di Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di servizi. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.