Anche a Sona dilaga la mania dei Pokémon. Avvistati pure nel cimitero di Lugagnano

Anche al cimitero di Lugagnano ci sono i Pokemon da catturare […].

Si tratta di un commento ad un post apparso nel gruppo su Facebook “Sei di Lugagnano se…, e in esso è racchiuso il successo mediatico del momento in tutto il mondo. Nell’immagine pervenutaci in redazione è, infatti, presente uno Squirtle davanti all’entrata del cimitero di Lugagnano.

PokémonMa cos’è Pokémon GOcome funziona?

Pokémon GO è un videogioco scaricabile su tutti i dispositivi mobili che possiedono un sistema operativo Android o iOS dal proprio store (clicca qui per Android e qui per Apple). L’applicazione è stato sviluppata dall’azienda giapponese Nintendo in collaborazione con la software house Niantic, società sussidiaria di Google.

Secondo recenti analisi, l’app Pokémon Go ha superato sia il numero di utenti attivi connessi in contemporanea ai videogiochi più gettonati di sempre, Candy Crush Saga ad esempio, sia il tempo di utilizzo dei social networks e servizi di messaggistica come WhatsappFacebook, Snapchat Instagram, battendo ogni record di download da App Store.

Un altro  curioso (e indiscusso) successo dell’app è stato spodestare il porno dal primato delle ricerche su internet: coloro che gestiscono il marketing sul profilo twitter di un sito a luci rosse si sono complimentati con la Nintendo per la popolarità che i Pokémon stanno acquisendo sul web (CLICCA QUI per leggere il tweet).

Persino il presidente Sergio Mattarella ha citato i Pokémon durante il ricevimento della stampa presso il Quirinale per la consueta cerimonia del Ventaglio (CLICCA QUI per vedere il video).

Basta quindi un dispositivo collegato a internet e al sistema satellitare di geolocalizzazione Gps per catturare e far combattere i mostriciattoli ideati dalla Nintendo nel 1996. Le creaturine che dobbiamo collezionare si trovano ovunque, e per individuarle accediamo mediante il nostro smartphone ad una realtà aumentata: gli elementi virtuali che ci compaiono sullo schermo interagiscono perfettamente con il nostro mondo fisico.

Un tocco di genialità e innovazione. Il nostro mondo è quindi uno scenario, un contenitore in cui le persone si trastullano per completare il pokédex, l’enciclopedia digitale che contiene tutti i 151 Pokémon (lo stesso numero della serie iniziale), e i luoghi d’interesse come piazze importanti, musei, monumenti e chiese, sono Pokéstop, ovvero punti di controllo virtuali in cui è possibile ottenere Pokéball, caramelle, uova da schiudere o altri bonus che vi faranno acquisire forza e avanzare di livello.

Sulle mappe virtuali del gioco, per tornare al nostro territorio, ritroviamo in qualità di Pokéstop e palestre per allenare i Pokémon tutte le chiese di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio e Sona, ville, fontane e monumenti, compresa la statua dello tzigano a Lugagnano. Per non parlare di quella signora di Palazzolo che si lamenta per quanti continuano a suonarle il campanello di casa per chiederle di poter entrare in giardino dove è presente un Pokémon.

Gli sviluppatori del gioco hanno eseguito un lavoro capillare e meticoloso: la distribuzione dei Pokémon nel mondo rispetta le caratteristiche degli stessi mostriciattoli; così come troverete più Magikarp vicino a fiumi o laghi, così sarà più facile incontrare un Pikachu in una zona piena di antenne e cavi elettrici.

Chiesa di Sona PokéstopAl di là dell’aspetto ludico dell’applicazione, fin dalle prime settimane di lancio a inizio luglio, prima in Nuova Zelanda e Stati Uniti e poi, il 15 luglio, in 26 Paesi europei, tra cui l’Italia, il successo di Pokémon GO ha fatto più che raddoppiare la capitalizzazione in Borsa di Nintendo a 4mila miliardi di yen, pari a circa 29 miliardi di euro, con un guadagno di 15 miliardi di euro, ovvero una crescita azionaria del 116%.

Il fenomeno Pokémon, tuttavia, rischia di trasformare il comportamento degli utenti in un’ossessione: a prescindere dalla pericolosità del gioco su livelli di privacy (facilità di localizzare le persone in movimento e violazioni di proprietà private), sicurezza (il gioco causa distrazioni ai conducenti di automobili che creano rischi enormi a pedoni e al traffico in generale) e morale (c’è la possibilità di giocare anche presso luoghi di culto, come accade nel nostro Comune, zone militari, campi di concentramento), la nostra esperienza reale è ridotta ad una mera circostanza virtuale, fittizia; basta leggere su Google la notizia di chi ha presentato le dimissioni dal proprio lavoro per giocare full-time col proprio cellulare o vedere il video dell’invasione della folla a Central Park dove è stato avvistato un Pokémon raro.

Tutti collezioniamo (o abbiamo collezionato) qualcosa: figurine, francobolli, monete, libri, souvenirs; e, sia chiaro: non c’è niente di male a collezionare Pokémon. Spetta a noi, tuttavia, saper coniugare efficacemente tempo libero e orario di lavoro, mantenere la percezione dell’ambiente che ci circonda, possedere un comportamento sempre etico, trovare un equilibrio tra intrattenimento e infantilizzazione.

Qui sotto il video di lancio dell’applicazione.

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Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.