Africani per passione

Nel 2004, Massimo Fanelli è andato in Sierra Leone presso l’ospedale di Emergency per formare alcuni locali alla manutenzione dell’ospedale di Gino Strada. Non si aspettava però di trovare una popolazione così abbandonata e stremata dall’indifferenza del mondo occidentale ma allo stesso tempo di una gentilezza assoluta.

 

Dopo alcune settimane si rese conto che la salute era sì il problema principale del momento, ma senza istruzione la speranza degli abitanti del quartiere sarebbe stata nulla. Andare a scuola era infatti l’unico vero sogno e speranza di molti genitori per i loro figli.

 

Un sogno costoso però. Più di 35 € all’anno per ogni figlio contro uno stipendio di circa 65€ al mese per i fortunati che avevano un lavoro. I soldi che alcuni amici e conoscenti gli avevano messo in tasca furono spesi proprio per comperare penne, quaderni e libri per i poveri del quartiere.

 

Da quel giorno ogni anno aiutiamo i bambini del quartiere di Goderich a studiare, a costruirsi un futuro, aiutati da parenti, amici e conoscenti. Quest’anno anche io, Monica, ho avuto la fortuna di andare con Massimo in Sierra Leone grazie ai suoi ed al suo particolare rapporto con Emergency.

 

Io, Monica Olioso, lugagnanese di nascita, vissuta a Mancalacqua per più di 30 anni, e il mio compagno, durante le vacanze Natalizie abbiamo fatto i bagagli e siamo volati a Goderich-Freetown. Sono stati 15 giorni incredibili, operativamente intensi ed emotivamente stimolanti.

 

Molti tra amici e conoscenti ci hanno permesso di farci raggiungere un obiettivo incredibile: 2.000 bambini e due scuole hanno avuto il regalo più grande da anni. Molte persone o gruppi di Lugagnano, Palazzolo e Sona hanno dato il loro aiuto.

 

Grazie a ciò la scuola primaria Kulefei School ha avuto una fontana per dar da bere ai bambini e per pulire i bagni. Abbiamo fatto costruire le cattedre per i maestri da un falegname del quartiere e dato le sedie ai maestri.

 

Abbiamo poi acquistato e distribuito direttamente il materiale scolastico per i 2.000 studenti (quaderni, penne, matite, lavagnette e gessetti). Potremmo sforzarci di raccontare la felicità e la riconoscenza degli abitanti di Goderich ma le parole non renderebbero l’idea. Eravamo diventati famosi a Goderich in soli 15 giorni.

 

Bundu Max e Madam Monic potevano girare salutati da tutti i bambini del paese. La realtà di Goderich, a 10 km dalla capitale Freetown e in Sierra Leone in generale, è tragica. Il paese è devastato. Nonostante siano trascorsi circa 10 anni dal termine della guerra per i “diamanti insanguinati” la società viene tenuta senza le necessarie risorse per risollevarsi. La corrente va e viene, le strade non esistono, i servizi minimi neppure.

 

Tuttavia le persone del luogo conservano un’anima buona, sincera e quasi ingenua nei confronti di chi li avvicina, e ciò ti stupisce ogni momento. Io e Massimo abbiamo fatto un patto morale con loro: aiutarli a proseguire gli studi. Non c’è però bisogno solo di quaderni e penne.

 

Anche i tetti delle scuole sono da risistemare ed i banchi non ci sono per tutti. Quando piove infatti molti di loro devono tornare a casa, perché l’acqua cola dai buchi. Questo sarà uno dei nostri obiettivi per la prossima raccolta fondi. Possiamo proprio dire che il famoso Mal d’Africa ha una forza straordinaria. Venite a vedere le foto e i video che abbiamo pubblicato sulla pagina di Facebook “Aiuto Bambini Sierra Leone” ed il gruppo “Amici dei bambini della Sierra Leone”, perché sentirete dalle loro voci, leggerete nei loro occhi la voglia di vivere e di volare che speriamo vi coinvolga come ha coinvolto noi.

 

Se volete partecipare alla prossima missione, mandate una e-mail a moonymax2003@yahoo.itGrazie a ‘chi è’ e a ‘chi sarà’ con noi!

 

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