Al via la 94esima adunata nazionale Alpini che da giovedì 11 a domenica 14 maggio viene quest’anno ospitata dalla città di Udine. Come sempre sarà una vera una festa di popolo.
In corso i preparativi dei gruppi di Lugagnano, Sona, San Giorgio in Salici e Palazzolo che, in maniera più o meno spontanea più o meno organizzata, si daranno appuntamento lungo le vie della piccola e affascinante città friulana per il momento clou, che si svolgerà domenica 14 con la sfilata.
La città sarà invasa da più di 300mila alpini e amici degli alpini con molte famiglie al seguito. Al di là del caos e dell’assembramento circoscritto a pochi giorni, l’adunata nazionale rappresenta comunque un’opportunità di volano economico straordinario per la città ospitante. Nei ricordi delle adunate più recenti il ricordo va a quella dell’Aquila del 2015, a distanza di sei anni dal terribile terremoto che la colpì. Fu un evento straordinario di socialità, umanità e solidarietà.
Non si può nemmeno non dare ascolto alle tante rivendicazioni dello scorso anno durante l’adunata di Rimini. Non furono tutte rose e fuori, ci furono anche delle esagerazioni di chi non ha ben presente cosa rappresenti, per sé e per l’immaginario collettivo, indossare un capello con la penna. Si sconfina nella responsabilità tutta personale ed individuale di assumere atteggiamenti che non travalichino la sana goliardia e la voglia di aggregarsi. Inaccettabile l’assunzione di comportamenti che siano di oltraggio alle donne. Da condannare senza se e senza ma. Ma il bilancio di una manifestazione di questo tipo deve essere fatto nella sua totalità, al netto ripeto dei comportamenti da condannare.
Ecco che allora l’adunata diventa la celebrazione di un rito collettivo di decine di migliaia di persone che, durante tutto l’anno che precede l’adunata, si spendono per il bene delle comunità in cui vive. Potremmo quantificare in milioni le ore di volontariato che le penne nere di tutta Italia donano, senza chiedere niente in cambio, ai bisogni sociali cogenti del territorio.
Nella valutazione dei fatti bisogna sempre partire dall’analisi delle cose negative per cambiarle e cercare di farle diventare fattori positivi, ma la coscienza e l’identità si fanno forza soprattutto di quelle positive. Quelle positive creano esempi a cui ispirarsi, affettività ed emotività sociale. Fattori forgianti dell’identità degli Alpini. E degli Amici degli Alpini, forza trainante sempre più evidente ed essenziale all’interno delle baite.
Un accenno al Friuli, luogo amato da generazioni di Alpini. Dopo il terremoto del 1976 ci fu una fusione umana totale tra quei territori e le penne nere. Innumerevoli le storie di solidarietà che ne seguirono. La naja dei giovani veronesi progressivamente si spostò dalla Brigata Tridentina, di stanza in Trentino, verso la Brigata Julia, con il passaggio quasi obbligatorio per tutti dalla cittadina di Codroipo per il CAR. Ritornare a Udine per molti è un tuffo nei ricordi della giovinezza. Sarà una grande emozione.
Nella foto gli alpini di San Giorgio in Salici all’Adunata Nazionale di Rimini del maggio 2022.