Giuseppe Parolini, storico imprenditore veronese e docente universitario se n’è andato improvvisamente. Titolare della Prialpas di Sona era chiamato “professore” per i vent’anni trascorsi anche a seguire l’insegnamento universitario, una delle sue passioni. «In azienda -ricordava – ho potuto applicare sul piano concreto alcune esperienze che avevo avuto modo di studiare a Ca’ Foscari. E’ stata la dimostrazione che si possono ottenere risultati interessanti, superando il dualismo tra teoria e pratica».
Così la Prialpas, sotto la sua guida, era diventata il primo produttore europeo di fogli di gomma per calzature , oltre ad avere proposto soluzioni gomma per strutture a forte impatto pubblico. Era stato poi tra i primi ad allacciare rapporti con la Cina.
Ma questi successi imprenditoriali non hanno mai scalfito la sua passione per il “servizio”. Come presidente, prima, dei giovani industriali negli anni della più viva contestazione “rossa” e come storico vicepresidente dell’Associazione degli industriali scaligera. Per diventare anche consigliere delegato ai rapporti con le categorie sotto la presidenza di Andrea Riello in Confindustria Veneto. È passata alla storia la sua coraggiosa rinuncia a proporsi alla presidenza di Assindustria , quando cedette il passo ad Alessandro Riello per non provocare divisioni in seno all’associazione. Sempre una presenza sensibile, costante, certamente scontrosa verso l’applauso. Produttiva di idee e di fatti. Anche nelle ultime battute, come consigliere della Camera di commercio e all’interno della Società Editrice Athesis. Il suo vero capolavoro è stato, appunto, in chiave conciliativa.
La sua ricerca delle intese, tutto proiettato com’era al bene della comunità veronese, secondo- ovviamente- una sua forte visione etica. Mirabile è stato il suo ruolo nel conservare a Verona, ai veronesi ed ai veneti la proprietà di Athesis, portavoce ed interprete di un territorio e di gente che non voleva accettare di diventare una “colonia” dell’informazione “romana“. Il capolavoro di Parolini, dietro le quinte, con Giorgio Zanotto (la banca) e Giorgio Albertini (gli imprenditori) in prima fila, è stato quello di avere rafforzato la presenza veronese e vicentina nella compagine societaria di Athesis conoscendo l’individualismo dei veronesi (e dei vicentini) si può ben comprendere la delicatezza di un impegno simile – dove Parolini è stato coprotagonista- a difesa di una forte voce di impegno civile ed indipendente.
La notizia della sua morte ha provocato forte sconcerto. «È un momento di grande dolore e commozione per gli imprenditori veronesi – ha detto Andrea Bolla, presidente di Confindustria Verona, – Giuseppe Parolini era un amico e un grande imprenditore che ha dedicato oltre 40 anni a Confindustria mettendo la sua intelligenza e la sua passione al servizio dei colleghi. Ha sempre avuto il coraggio di guardare avanti e di intraprendere strade nuove».
«Nei confronti di Giuseppe Parolini», ha affermato Gian Luca Rana che durante la sua presidenza di Confindustria lo ha avuto in squadra, «provo un grande senso di gratitudine per il lavoro svolto assieme. Sono stati 4 anni ispirati da un profondo rispetto reciproco e lo ricordo come uomo di grande equilibrio, un esempio di garbo e compostezza per tutti gli imprenditori».
«Ho avuto modo per lunghi anni di apprezzare la sua integrità morale, la grande professionalità, l’equilibrio e l’umanità di Giuseppe Parolini», ha detto il presidente di Athesis, Luigi Righetti. «Si tratta di una gravissima perdita per il gruppo editoriale, di cui per anni è stato punto di riferimento – ha detto ancora Righetti. – Ma la perdita è anche per l’intera imprenditoria scaligera e per tutta Verona».