Elezioni a Sona: non ha votato un cittadino su due. Quali i motivi e quali i rimedi?

Si potevano intuire i risultati di queste elezioni amministrative già nel cuore della notte di domenica 10 giugno. Poi è arrivata la conferma definitiva alle prime luci dell’alba: il Sindaco uscente Gianluigi Mazzi si riafferma per il secondo mandato con il 57,89% dei consensi. A differenza di cinque anni fa non si va quindi al ballottaggio, poiché il risultato raggiunto dal candidato più votato ha superato il 50%+1 delle preferenze. Molto staccati gli altri due contendenti: Flavio Bonometti si assesta al 29,95% dei voti, mentre Maurizio Moletta al 12,17%.

Al di là dei risultati, il primo dato su cui riflettere è la percentuale di affluenza registrata nella giornata di domenica: alle ore 19 si assestava al 39,55%. Alle 23, a chiusura dei seggi, la percentuale è salita al 53,85%, con 7.471 votanti sui 13.874 aventi diritto. Cinque anni fa l’affluenza definitiva era stata del 64,89%, quando si votò sia la domenica sia il lunedì mattina, mentre nel 2008 aveva votato addirittura l’86,51 % degli elettori.

Pertanto, pur essendo aumentato di 600 il numero degli aventi diritto al voto (da 13.274 nel 2013 a 13.874 nel 2018), nell’arco di un decennio si è accumulata un’astensione di oltre il 30% dell’elettorato. Il dato è preoccupante ed allo stesso tempo discutibile, visto che, per di più, l’affluenza alle urne nel nostro Comune si colloca sotto la media nazionale, pari al 61,29%.

Situazione opposta rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo scorso, in cui a Sona i votanti alla chiusura dei seggi, erano l’80,63% per la Camera ed l’80,98% per il Senato, nettamente al di sopra della media nazionale, pari al 73%. La conclusione che possiamo trarre dai dati sull’affluenza ha un duplice carattere.

Il primo aspetto da tenere in considerazione è l’evidente e significativa disaffezione verso la politica da gran parte dell’elettorato attivo, senza sottovalutare il caldo e la giornata soleggiata che avranno spinto molti abitanti del nostro Comune al mare, in montagna o al lago.

Il secondo aspetto ha un carattere meramente politico: considerati il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, cioè i due partiti nazionali più votati alle scorse elezioni politiche ed esterni dalla coalizione di centrodestra (che a livello locale può ritenersi in gran parte confluita nella coalizione di Bonometti), dai risultati delle elezioni del 4 marzo traspare che l’ammontare delle preferenze indirizzato a questi due partiti a Sona raggiunge circa il 38% (tra Camera e Senato).

Se ipotizziamo che chi non ha votato il 4 marzo non abbia votato nemmeno alle elezioni comunali del 10 giugno, non si può escludere che una quota dell’astensione alle elezioni comunali, pari al 27% (corrispondente al differenziale tra l’affluenza del 4 marzo e quella del 10 giugno), possa rientrare in quel 38% di preferenze espresse al M5S e al PD.

Nonostante il PD sembrasse inizialmente giocare un ruolo attivo durante la campagna elettorale appoggiando il candidato Moletta (l’accordo, poi, non è andato in porto), ambedue i partiti, infatti, non hanno partecipato alle elezioni a Sona, né correndo con il simbolo né dando un’eventuale indicazione all’elettorato su chi votare, nemmeno sui Social, determinando un disincentivo al voto per coloro che si sentono vicini a quei due schieramenti o che ritengono di dare la  propria preferenza al solo partito.

È arduo asserire con esattezza quanto e quale dei due caratteri sopra elencati abbia influenzato in modo più significativo il pesante dato sull’astensione, e le percentuali divengono utili fino ad un certo punto. L’obiettivo rimane, comunque, quello di attirare gli aventi diritto alle urne, soprattutto i più giovani, solo dopo aver amplificato e potenziato la cittadinanza attiva, ed aver acquisito la consapevolezza che il valore della Res Publica ed il benessere dei cittadini si concretizzano a partire dal proprio territorio.

Riproponiamo alla seconda amministrazione Mazzi di dare vita dal prossimo anno all’interno dell’Università Popolare di Sona ad un vero e proprio corso di formazione politica, tenuto proprio dagli Amministratori di ieri e di oggi.

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.