Venerdì prossimo 29 novembre alle ore 20.30 si terrà in sala consiliare a Sona un’assemblea indetta da due cittadini di Palazzolo: Maria Luisa Danese Buio per i genitori dei disabili dei Centri diurni dell’ULSS 22 e Gabriele De Rossi, presidente provinciale del Gruppo Animazione Lesionati Midollari (GALM) che conta 600 iscritti. Interverranno anche Flavio Savoldi della FISH del Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e il Vicesindaco di Sona Simone Caltagirone.
Le organizzazioni dei disabili si stanno ribellando contro i tagli della Regione ai loro servizi e vogliono sensibilizzare tutti i cittadini perché comprendano i loro problemi. Saranno raccolte dalle Associazioni dei Disabili anche le firme per una petizione alla Regione, che riportiamo di seguito, per rivendicare i diritti delle persone con disabilità.
Il Comune di Sona ha concesso il patrocinio all’iniziativa. L’Associazione La Torre di Palazzolo ha collaborato per organizzare l’assemblea. Sul prossimo Baco, in edicola dal 14 di dicembre, proporremo una lunga intervista ai due cittadini di Palazzolo che racconteranno le mille difficoltà nelle quali devono dibattersi ogni giorno.
Nell’appello che viene fatto firmare ai cittadini dalle Associazioni dei Disabili si scrive che “E’ in corso una riduzione generalizzata dei servizi sociali e socio sanitari con conseguenze drammatiche sulle persone e sulle famiglie e ricadute negative sull’occupazione. La Regione taglia i servizi essenziali diurni e domiciliari alle persone in situazione di gravità, nega l’assistenza, mette il bisogno in lista d’attesa, ghettizza le persone negli Istituti, nega il diritto a una vita dignitosa. Le famiglie non reggono più, protestano inascoltate, cresce la disperazione e con essa aumenterà il ricorso alla residenzialità. La riduzione dei servizi colpisce bambini, ragazzi, giovani, persone con disabilità, con problemi di sofferenza mentale o di dipendenza, anziani non autosufficienti. Chi governa la Regione non vuol capire, non vuole vedere”.
“Nel 2008 – prosegue l’appello – lo stanziamento per i Fondi sociali nazionali era di 2.526,7 milioni. In tre anni il governo Berlusconi lo ha quasi azzerato a 200,9 milioni. Nel 2013 il governo Monti ha stanziato 775,9 milioni. Questi sono i numeri del degrado. Decenni di battaglie per i diritti e l’esigibilità delle prestazioni rischiano di essere spazzati via. Non è accettabile, non è degno di un Paese civile. Il sociale è un bene comune da difendere e valorizzare. Al Consiglio regionale chiediamo un serio impegno per il rilancio delle politiche sociali e socio sanitarie, una piena assunzione di responsabilità, scelte finanziarie conseguenti. I servizi tagliati, vanno ripristinati, le liste d’attesa vanno eliminate, l’assistenza domiciliare alle persone con disabilità e alle persone anziane non autosufficienti deve essere realmente garantita. Servono servizi diurni di qualità, comunità residenziali di tipo familiare, i piani individuali. La vita merita di essere vissuta, con dignità”.
“I servizi non devono essere considerati come un costo assistenziale insopportabile che grava sui bilanci, ma come un investimento in grado di generare lavoro, solidarietà, coesione. La Regione con il bilancio 2014 deve fornire le risposte che chiediamo – spiegano nel documento sottoposto alla firma dei cittadini le Associazioni dei disabili – perché ai diritti umani devono inchinarsi anche i bilanci. Va potenziato il Fondo sociale desinato ai Comuni e quello per la non autosufficienza, va fatta una battaglia campale contro gli sprechi e i costi della politica, subito. Chiediamo anche le dimissioni dell’assessore regionale contro i servizi sociali in quanto non adeguato al ruolo ricoperto. Il suo comportamento irriguardoso nei confronti delle famiglie provoca inutili conflitti, le sue irragionevoli e confuse proposte mascherano il vuoto della politica sociale. Un assessore di fatto contro i servizi sociali. Serve una svolta. Noi sottoscritti sosteniamo le proposte della FISH. Chiediamo alla Giunta Zaia di rispettare i diritti delle persone con disabilità, di garantire realmente i servizi sociali e socio sanitari, di rendere certe ed esigibili le prestazioni”.