Il Ministero promuove a pieni voti il progetto del Consorzio di Bonifica Veronese per il potenziamento delle infrastrutture irrigue: sono in arrivo, infatti, ben 20 milioni per il territorio veronese, Sona compresa. La novità è proprio di questi giorni, con la pubblicazione l’8 ottobre del Decreto ministeriale che prevede per il Veneto lo stanziamento di 160 milioni complessivi.
Il piano presentato dal Consorzio, che ha sede in Strada della Genovesa a Verona (nella foto la centrale del Bosco di Sona), per accedere ai fondi del “Bando per il finanziamento degli investimenti nel settore dell’irrigazione del Programma Nazionale di Sviluppo Rurale 2015-2020” ha, infatti, brillantemente superato il vaglio della valutazione di merito, piazzandosi ai primi posti della graduatoria stilata dal Ministero delle Politiche Agricole.
A fronte di 84 domande presentate, ne sono state dichiarate ammissibili 65 ma sono solo 19 quelle ammesse a finanziamento.
“Questo finanziamento costituisce un traguardo di grande importanza per l’economia di un territorio a vocazione fortemente agricola come quello della provincia veronese – spiega l’Ing. De Antoni, Direttore Tecnico del Consorzio -. Un risultato che arriva al termine di un percorso complesso e che ha anche incontrato delle serie difficoltà di natura procedurale. In questo senso la struttura tecnico-amministrativa del Consorzio si è dimostrata all’altezza della sfida, e il risultato sta a dimostrarlo”.
Il progetto, dell’importo di 20 milioni, comprende tre importanti interventi sul comprensorio, uno dei quali – come si diceva – sul territorio di Sona. Il progetto complessivo è, infatti, finalizzato alla razionalizzazione delle principali derivazioni irrigue dal Fiume Adige nel comprensorio consortile, con ammodernamento dei sistemi di adduzione irrigua. I tre interventi di conversione irrigua degli impianti esistenti verranno realizzati, oltre che a Palazzolo – dove si provvederà alla conversione irrigua dell’impianto a scorrimento con sollevamento meccanico – a Prabiano di Villafranca di Verona e a Ca’ degli Oppi di Oppeano.
“Ovviamente quello ottenuto – aggiunge il Presidente Antonio Tomezzoli – è solo il primo passo di un’azione complessiva che deve comprendere una revisione completa delle politiche di finanziamento delle opere irrigue sul territorio. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che solo un’azione strutturale che rivoluzioni il sistema di gestione delle acque, con la creazione di invasi e la completa trasformazione dell’irrigazione da scorrimento a pressione, può permettere di affrontare le urgenze del territorio, dalle bombe d’acqua alla siccità sempre più presente. Questo decreto costituisce quindi un primo passo, ma di straordinaria importanza”.