Il Forum dei cittadini di questo sito è stato inondato in queste ultime settimane da discussioni su chi dovrebbe pagare le tasse, ma soprattutto sul metodo “Visco”. Si è trattato di discussioni poco pertinenti e soprattutto forvianti per i veri problemi del nostro Comune, ma sono risultate interessanti.
Ci hanno infatti fatto capire, pur con molte imprecisioni e talvolta con affermazioni non vere, che l’argomento colpisce nervi scoperti anche fra i cittadini sonensi. Proviamo allora ad aggiungere qualche altra informazione.
Su uno degli ultimi numeri del settimanale Panorama il suo Direttore con un articolo fazioso per un esperto giornalista, che a differenza di alcuni nostri concittadini non può non sapere, scriveva che negli anni ’70 alcuni amministratori locali “guerriglieri” decisero di mettere in piazza i redditi dei cittadini additandoli alla gogna pubblica, come ora avrebbe fatto l’iniziativa Visco. Anche a Sona negli anni ’70 c’erano degli amministratori; furono dei guerriglieri?
Dal 1974 la tassazione che fino ad allora era stata quasi esclusivamente “federale” in quanto quasi tutte le entrate dovevano essere reperite e rimanevano sul territorio, divenne di competenza statale. Forniamo due dati: nel 1972 la Stato contribuiva alle entrate del bilancio del Comune di Sona con il 16% del suo totale, mentre già nel 1980 questo contributo era passato all’84%.
Lo Stato però, pur avendo deciso (probabilmente sbagliando) di procedere con queste nuove modalità, attraverso alcune normative chiese alle amministrazioni locali di collaborare per fare in modo che il passaggio dal controllo locale sui redditi e quindi sulla tassazione a quello statale non consentisse eccessive evasioni.
Questa è la normativa dell’epoca in materia: D.P.R. n°600 del 1973, D.P.R.n° 784 del 1976, nonché legge n° 114 del 1977 ed infine legge n° 146 del 1980. Il Ministro Visco, per la sua iniziativa, ha fatto riferimento alla normativa del 1973, mai annullata e quindi probabilmente, almeno in parte, in contrasto con le nuove leggi sulla privacy.
A Sona, i nostri amministratori, che molto probabilmente non si sono mai sentiti dei “guerriglieri”, ma semplicemente collaboratori di uno Stato “uno ed indivisibile”, decisero di collaborare. Il Consiglio Comunale di Sona nel 1976 nominò un Consiglio Tributario di tredici componenti, cittadini non Consiglieri comunali rappresentativi di categorie sociali diverse, indicati da tutte le forze politiche presenti in Consiglio. Presidente della Commissione fu nominato l’ex Sindaco Carlo Scattolini che da poco aveva lasciato l’incarico istituzionale.
Le indicazioni fornite alla Commissione furono di privilegiare l’aspetto di sensibilizzazione e di educazione al senso civico, piuttosto che quello repressivo. Il lavoro della Commissione portò alla pubblicazione, per anni, degli elenchi di tutte le denuncie dei redditi, divisi per categorie, dei nostri concittadini. Furono invece assai limitate, e solamente per casi eclatanti, le segnalazioni ufficiali trasmesse al Fisco, così come era previsto nella legislazione sopra citata. Servì, non servì? Non è mai stato possibile rilevarlo in modo evidente.
Le discussioni nella Comunità furono molto animate, ma ci pare di poter dire che furono abbastanza “civili”. Perché oggi non è più possibile discutere di Fisco senza che “talebani” di destra e di sinistra trovino nominativi ed iniziative da mandare al rogo?
Il nostro parere su questa vicenda? Gli italiani, i nostri Governanti per primi, avrebbero bisogno di robuste iniezioni di etica civica. Le discussioni attorno alla fiscalità fornite ad un tessuto civico malato quale è il nostro, ove la tolleranza per l’illegalità e la salvaguardia di interessi personali lambisce ormai anche molte persone tradizionalmente coscienziose, non possono che portare a risultati modesti.